(Atavistic/Wide 2002)
Il disco jazz-rock definitivo? E’ sicuramente presto per dirlo, ma una cosa è certa: XMARSX lancia, prepotentemente, la propria candidatura. Tanti gli indizi che depongono a loro favore, a cominciare dai nomi dei protagonisti: innanzitutto il leader, il sassofonista di Chicago Mars Williams che vanta collaborazioni con mezzo mondo (citiamo a titolo di esempio il Peter Brotzman Tentet, Vandermark 5, NRG ensamble, Sun Ra Project); la chitarra di Wayne Kramer, ex MC5, che, credo, non ha certo bisogno di presentazione; ancora, Ken Kessler al basso, Fred Lonberg-Holm al cello e il poderoso batterista David Suycott, praticamente la crema del jazz attuale. Per ultimo, il non meno abile Greg Suran che si alterna, alla chitarra, con Kramer nell’esecuzione dei pezzi. È infatti proprio Suran ad avere il compito di tenere, dietro alla spettacolare fuga del sax di Williams, nella traccia di apertura a titolo The Worm, un pezzo che sembra una gara a rincorrersi con i 4 musicisti (non c’è Lonberg-Holm, qui) a lanciare le proprie note come cavalli da corsa.
Kramer succede a Suran nel secondo pezzo The Finger, che alterna atmosfere da downtown newyorkese a (ancora) cavalcate collettive.
Protagonista del terzo e del quarto pezzo è invece il bassista Ken Kessler a tessere trame noir squarciate, di volta in volta, da sax e chitarra!
Mi fermo qui, a voi il piacere di scoprire il resto. Poche parole, ancora, solo per dire che la cosa che colpisce di più di questo disco è un suono che già dal secondo ascolto si ripropone con la caratura di un classico. I pezzi sono perfetti: pathos in quantità industriali, intrecci di chitarra e sax che creano groove esaltanti, vere e proprie scorribande che lasciano completamente soddisfatti all’ascolto. Provare per credere!
Voto: 8
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Autore: agguato@hotmail.com