(Fledg’ling Records 2003)
Shirley Collins rappresenta, insieme a Sandy Denny e Jacqui McShee, la sacra Trimurti del folk revival inglese, quindi diamo il benvenuto a questo splendido cofanetto che, nell’arco di quattro CD, ne ripercorre la carriera, dall’ortodossia degli esordi al disincanto della terza età che l’ha vista collaborare anche con i Current 93, passando per l’ubriacatura psichedelica e poi attraverso l’elettrificazione con le varie Albion Band. Il contenuto del cofanetto può essere grossolanamente suddiviso in quattro parti che però non rispettano rigidamente i margini dei singoli CD. Nella prima parte, che arriva fino ai primi anni Sessanta, la scarna strumentazione è spesso limitata al solo banjo; si tratta, naturalmente, della porzione più tradizionale ma lascia intendere come la Collins, poco più che ventenne, abbia già maturato un linguaggio interpretativo estremamente personale. La seconda parte corrisponde alla seconda metà degli anni Sessanta ed è rappresentativa della sua definitiva maturazione; la strumentazione si fa più complessa e il banjo viene affiancato, o sostituito, da altri strumenti come tastiere, flauti e chitarre. Di particolare rilievo le collaborazioni con il produttore Joe Boyd (Pink Floyd, Nick Drake…) e, in Richie Story, con la Incredible String Band. La terza parte, da collocare a cavallo degli anni Settanta, simboleggia il periodo degli ensemble più consistenti (Albion Country Band, Albion Dance Band…) e nella strumentazione fanno la loro comparsa batterie e chitarre elettriche. Nella quarta parte c’è infine un ripiegamento intimista accompagnato da un utilizzo preferenziale di pianoforte e fisarmonica. I brani compresi nel cofanetto appartengono quasi tutti alla tradizione e sono arrangiati dalla stessa Collins, fanno eccezione una manciata di composizioni più recenti in cui è possibile scorgere anche le firma di Robin Williamson e Richard Thompson; sono inclusi un buon numero di inediti e anche qualche titolo proposto in più versioni, suonate con strumentazione diversa e registrate in periodi distinti. Fra questi ultimi citerei Just As The Tide Was Flowing, che ricordiamo anche in una splendida versione dei 10000 Maniacs, eseguita in ben tre versioni dimostrative della suddivisione che ho fatto qualche riga indietro: la prima è del 1959 (con il solo accompagnamento di un banjo a 5 corde), la seconda del 1971 (con fisarmonica, chitarre elettrica e acustica, basso elettrico e batteria) e la terza del 1979 (con il pianoforte). Soffermiamoci un attimo, infine, sulla splendida confezione che comprende un libretto e una locandina con su un lato la discografia e nell’altro il family tree della Collins. Il libretto contiene interventi di Billy Bragg e Bob Copper, un autobiografia, brevi schede dei singoli brani compilate dall’autrice, altre impressioni, molte foto e l’elenco dei brani con gli strumenti utilizzati e con la segnalazione della loro provenienza. Come se non bastasse i singoli CD presentano altre immagini e ancora informazioni sui singoli brani. Interessante l’idea delle quattro copertine a tema, con le foto ritagliate su uno sfondo che riproduce i quattro elementi naturali. (no ©)
Voto: 10
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Autore: sos.pesa@tin.it