(Wot 4/Audioglobe/Shellshock 2003)
I fiorentini Deadburger – ambizioso progetto, non solo musicale, in opera dal 1995 per l’impulso di Vittorio Nistri (curatore della parte elettronica) ed Alessandro Casini (chitarrista e computergrafico), che si sono di volta in volta circondati di vari collaboratori – tornano in azione, dopo un paio di anni di “riflessione”, con “s.t.0.r.1.e.”, CD che nelle intenzioni del gruppo vuole configurarsi come un vero e proprio nuovo inizio. Il gruppo toscano può essere considerato erede legittimo dell’onda fiorentina degli anni Ottanta – in Santo Elettrone e Suture suona il basso Leandro Braccini, già nei Diaframma di “3 volte lacrime”, anno di grazia 1986 – specialmente nel suo versante più elettronico ed oscuro (Pankow, Neon): ma è più una questione di attitudini ed affinità elettive che un discorso di filiazione diretta. Infatti, nei Deadburger voci tenebrose (il cantante è Simone Tilli, particolarmente convincente in 110 giorni), argomenti “inattuali” e “non per tutti” (le lobotomizzazioni del dottor Walter Freeman, alienazioni, radiazioni, topi vivisezionati, esperienze del “dopo-morte”, il corpo imbalsamato di Lenin, il turbocapitalismo…) e uso massiccio di loop, filtraggi, samples, disturbi elettrici si fondono con elementi alieni per queste latitudini musicali. Innanzitutto, a Vittorio Nistri piacciono non solo le tecnologie di ultima e penultima generazione, ma anche strumenti di “epoche anteriori”: il piano elettrico e l’Hammond utilizzati in Electroplasmi, il minimoog in Ricambi e Listino prezzi (in questa ultima trovano spazio anche il mellotron e il Wurlitzer!), il piano in Luce. Poi al gruppo fiorentino interessa anche il jazz: così in Electroplasmi trovano spazio il contrabbasso di Nicola Vernuccio e la batteria di Stefano Rapicavoli, in Topi e in Quei bravi ragazzi la tromba di Roy Paci. Infine, non mancano anche gli archi (in Suture e Ricambi), “forniti” da Andrea e Gionata Costa dei Quintorigo.
L’elenco dei musicisti e degli ospiti potrebbe continuare, ma potrebbe dare l’idea di un bulimico affastellarsi di diverse esperienze; è invece importante sottolineare la personalità e la particolarità di “s.t.0.r.1.e.”, una realizzazione che potrà fare storcere la bocca a qualcuno, ma che rivendica l’attenzione di chi non si accontenta più di semplici e rassicuranti (anche se qualche volta piacevoli) revival.
Voto: 7
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