(Ala Bianca Group/Urtovox rec/Warner-The Orchard 2018)
Iacampo è uno strano mutante cantautorale, che negli undici brani di “Fructus” cambia camaleonticamente e rapidamente sfaccettature rifrangendo Rosario Di Bella, Mario Venuti e Iosonouncane (cfr. La vita nuova); anche se Marco – non un novizio, ricordate, su altri lidi sonori, Goodmorningboy? – non è di nascita sicula, ma mestrina, sembra stretto sodale di certo Colapesce (Le mie canzoni). Il nostro rivendica peraltro esplicitamente una cospicua parte afrosonora (in Riva).
L’ottima collaborazione di Leziero Rescigno (La Crus, i mai troppo lodati Amor Fou) garantisce eccellenti arrangiamenti e competente produzione, con un suono ipnagogicamente esotico (Lucio Battisti di “Anima Latina” che incontra – tramite la macchina del tempo e dello spazio – certo suono inglese di qualche hanno fa, tipo gli Alt-J di Taro). Tutto molto assennato, tipo Un giorno splendido, peraltro: canzoni di gran classe, ben suonate dallo stesso Iacampo a voce, chitarra classica, Enrico Milani al violoncello, Filippo Zonta alle percussioni, voce, il già citato Rescigno a cajon, percussioni, keyboards e produzione addizionale, Sergio Marchesini alla fisarmonica, Gui Amabis ai campionamenti e ai vinili, Marco Penzo al basso elettrico, contrabbasso. Non manca un coro di voci femminili: Anna Farronato, Silvia Girotto, Alessandra Cavuto.
File under: assennato.
Voto: 8
Marco Fiori
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