(Autoproduzione, 2003)
Sei canzoni che – a loro avviso – possono essere descritte col termine grungelovecore. Il quartetto mantovano tenta di costruire sonorità post-metal. In qualche punto richiamano ovviamente gli Anathema, i Gathering e in qualche modo anche i Dream Theater.
Il punto sta nella difficoltà di trovare uno stile innovativo, di trovare qualcosa che vada al di là dei soliti giri metal. Purtroppo questo scarto con la tradizione è difficile da raggiungere al primo lavoro. I testi non rendono la cattiveria, e le melodie hanno un po’ del banale. La produzione è abbastanza curata, ma la strada è ancora lunga.
Probabilmente da Gennaio il combo si è ulteriormente migliorato e viene voglia di approfondire la conoscenza del suono della band magari dal vivo. Sembra che siano un po’ troppo preoccupati di contaminare i suoni. Troppa contaminazione può rasentare la confusione. E’ strano anche come i Marlene Kuntz siano presenti in buona parte dello stile del cantante, che magari potrebbe cercare una sua personalità.
Buon lavoro!
Per contatti: calgone@virgilio.it; Manga 3485646221, Paolo 3333520148.
Voto: 5
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