Permanent Fatal Error ‘Law Speed’


(Wallace 2004)

Olivier Manchion nel corso dei ’90 è stato membro stabile degli Ulan
Bator
, poi il trasferimento in Italia, la fine del rapporto con l’antico gruppo
ed ora questi nuovi Permanent Fatal Error che definiscono in maniera abbastanza
chiara la nuova cifra stilistica posseduta da Olivier. Le nevrosi di un tempo
che sostenevano la sigla francese sembrano essersi diradate quasi del tutto in
favore di una miscela strumentale estremamente leggera e gassosa che al proprio
interno integra in maniera omogenea parti di obliquo postrock,
tentazioni di matrice europea riconducibili a certe frange colte di metà
anni ’70 ed ’80 (Camberwell Now per fare un nome); digressioni quasi blues
ed un tocco di elettronica sinistra a condire il tutto. Nulla di nuovo sotto il
sole ma sicuramente un’insieme organico e ben equilibrato negli ingredienti che
si avvale di notevoli attimi di presa grazie a minime soluzioni sonore come l’innesto
di una tromba quasi davisiana ad un certo punto o ad uno scarto ritmico
estremamente cupo in un’altro frangente; il tutto senza mai esagerare e lasciando
il tempo ad i vari stati d’animo evocati di volta in volta di affiorare placidamente
in superficie. Tutto molto gradevole, le incertezze sicuramente ci sono ma sono
veniali e con il tempo facilmente ovviabili (forse giusto un eccessivo indugiare
in sonorità acustiche che svelano un animo freak di fondo che talvolta
rassomiglia troppo ad un’indigestione di suoni anni ’70); sulla copertina si definiscono
deafblues e viene quasi voglia di credergli sulla parola.
Piccoli Can in crescita esponenziale.

Voto: 7

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