(Discus 2018)
Lanciato il primo gennaio 2018, l’album presenta il nuovo frizzante, ricchissimo e intenso lavoro di Martin Archer (sassofoni) e il suo nuovo gruppo, formato da Mick Beck (sax tenore, fagotto), Set Bennett (contrabbasso), Graham Clark (violino), Laura Cole (piano), Steve Dinsdale (percussioni), Peter Fairclough (batteria), Johny Hunter (batteria), Kim Macari (tromba), George Murray (trombone), Corey Mwamba (vibrafono), Walt Shaw (percussioni) e Riley Stone-Lonergan (sax tenore, clarinetto).
Si tratta di musicisti formatisi per lo più alla scuola dell’improvvisazione jazz, qui liberi di sbizzarrirsi attraversando e creativamente rielaborando diversi generi (be-bop, avanguardia, lounge, libera improvvisazione, ma anche rock-jazz e progressive rock…) in cinque lunghi brani. Il più corto, Happy Birthday Mr President ci accompagna per 10 minuti, mentre il più lungo, The Playground in the Desert, ci invita a 20 minuti di attento e rapito ascolto. Sono composizioni molto articolate di Archer, eccellentemente arrangiate e sontuosamente suonate. I loro titoli, coerentemente con il nome dell’album, richiamano storie e paesaggi di guerra.
Alternando parti scritte a momenti di libera improvvisazione (individuale e collettiva), lo schema generale offerto è quello della presentazione di temi assai ben costruiti (forse è più chiaro dire semplicemente: molto belli), che vengono diversamente e insistentemente ripetuti e alternati a vivacissimi episodi di interplay improvvisativo. Avvicendando, anche grazie a un sapiente uso delle dinamiche, alla varietà dei colori timbrici e alla robustezza della ricchissima sezione ritmica, atmosfere espressive diverse, l’album è un ennesimo successo artistico di uno dei musicisti più creativi del momento, qui esplicitamente ispiratosi allo stile della AACM di Chicago.
Voto: 10
Alessandro Bertinetto