(Atavistic/Wide 2004)
E sei…album registrati da uno degli ensemble di jazz (etichetta oltremodo scomoda per loro) più in movimento di tutto il globo, si pensi che a tuttora non hanno interrotto la loro tournée che continua da più di 400 date tra Europa e Usa. E per fortuna all’ascolto una buona sorpresa e una buona conferma, partigianeria di chi scrive a parte. Una prova questa che mostra il nostro trio stivalesco che si diletta ad ampliarsi nei primi quattro pezzi dell’album riepilogo e proseguo della loro incredibilile ricerca nel campo del free più logico, accompagnandosi splendidamente con Ken Vandermark, altro nome illustre del Jazz Contemporaneo per quanto concerne il sax. Quindi sciorinati Canicola, Tanathocrazy, Vagetalista , qui toccano vette di follia puramente concentata/razionalizzata/ricreata e Pharmakon, sicuramente un “farmaco” loro lo sono per orecchie che non vogliono sguazzare nella mediocre quotidianità acustica. Nella seconda parte invece il terzetto diventa direttamente due formazioni a la Free Jazz di Coleman, i cotali e quali Spaceways Inc. cioè ancora Ken Vandermark, Hamid Drake e Nat Mc Bride che aiutano/integrano/si fondono con i nostri amici nella riscoperta/rilettura di classici del funk astrale come Theme De Yoyo degli Art Ensemble Of Chicago, oltre a una atomica “risuonatura” di You And Your Folks, Me And My Folks dei Funkadelic per chiudere in bellezza con We Travel In The Spaceways/ Space Is The Place del genio/clown/artigiano dell’universo Sun Ra. Come dire: metà ratio, metà fisico forse un segnale sulla strada dello Yin e Yan musicale? Per adesso non ci è data possibilità di risposta ma possiamo dire che siamo in presenza di un altro tassello dell’universo Zu, pari ad un altro pezzo della storia della musica italiana pari ad un esborso monetario. Ma ne vale la pena.
Voto: 8
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