Libra ‘Frog’s Signals’

(Macaco Records 2004)

Ecco un altro esempio di quello che può offrire di buono la nostra terra e che grazie al diffondersi delle etichette indipendenti, può emergere dalla ristretta realtà locale.

I Libra sono un gruppo di Mestre formatosi alla fine del 1999 (Marco de Rossi, chitarra e voce; Alberto Stevanato, voce, chitarra, analog synth; Giorgio Trez, batteria; Francesco Doro, basso e analog synth) e dopo aver pubblicato due cd (’Ad Ogni Costo’, 2000; ’Penso Cose Strane’, 2002) ed un ep (’Trasparenza’, 2001) decidono di iniziare una nuova fase e sfornano questo nuovo ep di cinque canzoni. L’utilizzazione del analog synth crea delle atmosfere dense che riportano ai Mogwai e ai Pink Floyd, e delle trame di basso che costruiscono una ragnatela di sonorità scure ed evocative.

E mentre restano nel canonico con canzoni come Marta, sugli amori estivi, o La Seconda Classe, classico pezzo rock, Le Due Di Notte, con la classica forma-canzone, inseriscono anche due pezzi degni di nota e più sperimentali (che a noi piacciono di più) dove (in Tu Non Vedi Niente) la forma canzone svanisce e diventa la parabola (nascita-apogeo-morte) di un pensiero-considerazione, con una lunga posata Space intro da cui piano piano emerge una frase di una chitarra, come se il magma prendesse lentamente forma, e, dopo aver trovato il giusto equilibrio, con una nuova esplosione il tutto si spegne di nuovo e ritorna alla calma; o dove (in Caino) riescono a rappresentare musicalmente il tentennare della speranza della liberazione dal Dark Side Of The Earth con solo le pizzicate di basso.

E i testi di poche parole lasciano aperte le porte all’individuale interpretazione dei pezzi permettendo anche una maggiore interiorizzazione dei suoni. Beh, ora sta ai Libra quale strada scegliere: andranno sul sicuro oppure si butteranno nel fascino dell’ignoto?

Voto: 7

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Autore: fran_catalini@yahoo.co.uk