Judas ‘Blackout’

(Autoproduzione 2004)

Tracklist:

Deep
Back the Palace
Blackout
Too far
Halo
One on another one
Dust of stars

‘Blackout’ è il primo lavoro dei Judas, gruppo lucano, che dopo una presenza fissa su tutti i palcoscenici dei festival lucani, ha deciso di concretizzare le proprie idee e ha cercato di realizzare la propria idea di musica.
Il risultato è una miscela gradevole, una miscela che prevede l’utilizzo della strumentazione rock classica: due chitarre ed una voce per la creazione della melodia; un basso ed una batteria per dare “groove”. La seconda parte del gruppo è notevolmente sopra una spanna rispetto alla parte melodica, forse per maestria dei singoli componenti o per una registrazione, quindi imperizia dei tecnici di studio, che relega alle sei corde un sound di cartone (soprattutto negli arpeggi).
Il sound è di matrice grunge, di nirvaniana memoria per essere precisi, ma anche un pizzico di sano rock (‘Black Album’ dei Metallica), ma anche elementi di gruppi recenti che devono il loro successo al Seattle sound, Puddle of Mudd su tutti. Non ci sono fronzoli ma il messaggio del gruppo è diretto.
Per quanto riguarda la voce mi ritrovo all’ennesima copia (ahimè, l’originalità dov’è?) di Kurt Donald Cobain. Il cantato di Luca è un continuo sussurrato nei versi, che però nei ritornelli, grazie anche alla maggior melodia e carica adrenalica, esplode in urli liberatori; insomma, la “solita” voce grunge.
Un esordio che può avere una maggior “spinta”, se solo dietro la band ci fosse un produttore capace di tirar fuori, dalla band, un sound più compatto ed uno maggior sviluppo di alcune idee presenti nel disco.

Voto: 7

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Autore: dammaro@heraclea.it