(Vargrant/Audioglobe 2004)
Quanto gli piace ai recensori ‘famosi’ riempirsi la bocca con i termini più imbecilli pur di scovare ‘the next big thing’. Ma vergognatevi dico io, andate a zappare piuttosto e piantiamola di gridare al miracolo al primo cd semi decente che ricevete! Mi sono leggermente amareggiato quando ho letto fiumi di parole sui Senses Fail, che avrebbero dovuto essere una band che parla di cose serie, di religione, di poesia, di letteratura… cazz. E che goduria ritrovarmi invece col solito cd emo/hardcore con le solite vocette pseudoemozionali e i soliti strilli che vorrebbero fare ‘screamo’. Di nuovo?
Cioè perché andare a far tanto i complicati quando basterebbe citare i Thursday o i Good Charlotte? Le false aspettative sono quanto di peggio in un album del genere, davvero, quindi togliamo pure gli strilletti qui e lì e rimaniamo con un album emo. Per carità, un album ben prodotto, dalla solita tecnica discreta e con canzoni a tratti anche abbastanza cantabili (Lady In The Blue Dress), ma considerando che ogni tanto ho pensato con nostalgia ai Fountains Of Wayne… non mi sono certo granché divertito/emozionato. Sarebbe stato meglio ridurre la durata, infilare le 10 canzoni più decenti e azzerare, per quanto possibile, il riempitivo.
E poi pure i testi, ma dove sta la grande ricercatezza in cose tipo “So you say that I am rated X, you suffer from the lack of sex” oppure “There’s poison in my drinking glass, don’t stop, just sip it down”? Bah, mi sembrano robe sentite e risentite.
Sarà che ‘sti poveracci dei Senses Fail sono capitati insieme agli Alexisonfire, però non mi sento veramente di consigliare l’album a nessuno, eccetto chi non riesce proprio a vivere senza l’ennesima band del genere. Completa il quadro un bel DVD bonus autocelebrativo praticamente inutile se non siete superfans della band.
Voto: 6
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