(Wallace Records-Ebria Records/Audioglobe 2004)
Il progetto Uncode Duello si configura come un ritratto che va a completare l’oramai nutrita galleria della stimata “bottega sonora” Paolo Cantù – Xabier Iriondo: due musicisti che da più di dieci anni collaborano in diverse situazioni soniche – dai mai troppo lodati Six Minute War Madness (ricordo almeno la splendida Weepin’ Willow, presente in ‘Tracce Compilation’ della Wallace Records, allora agli albori) agli A Short Apnea, fino alle ultime manifestazioni dei veterani Tasaday: e la lista non è completa – e che hanno raggiunto una invidiabile comprensione reciproca. Affinità che si traduce in un personale discorso compositivo/im provvisativo, costruito con un accanito e paziente lavoro sulla strumentazione adoperata – non solo le “classiche” chitarre (che i due hanno dimostrato di saper maneggiare con perizia nel corso della loro carriera: negli Uncode Duello utilizzano “electric guitars”, “table guitars” e anche una “baritone guitar”) o i tradizionali basso, organo, clarinetto; vi sono voci più o meno fantasmatiche (tra cui quella di Pier Paolo Pasolini in Prestu, Pentsakor Eta Pegatu (PPP)), “vecchi” nastri e “nuovi” trattamenti elettronici – per materializzare un “suono” minaccioso (l’atmosfera “noir” che si taglia con il rasoio in L’Alba Del Disagio) e livido (ma non sterilmente oscuro; penso ad esempio al sosia sputato di Captain Beefheart che esce fuori dalle casse in Nursery Rhyme per cantare una delirante litania simil-blues, oppure al “coro” femminile che squarcia Debut Rescue aprendo un “taglio” quasi melodico…). Anche perché la “presenza” evocata da Cantù ed Iriondo nelle sessioni del 3 novembre 2003 (al Tray Studio) e del 19 gennaio 2004 (all’Arciblob) è stata poi nutrita da contributi forniti da altri musicisti: innanzitutto i batteristi Cristiano Calcagnile (le cui bacchette hanno contribuito, ad esempio, alla fortuna del trombettista Giovanni Falzone, col suo Contemporary Ensemble; in generale, dove il “jazz” italiano si ascolta nelle sue forme meno sclerotizzate e più interessanti Calcagnile c’è) e Lucio Sagone (motore ritmico dei Cods di Christian Alati e Massimo Giovara e pure dei Ronin di Bruno Dorella) coprono le tredici tracce del CD spaziando da movenze “free” a percussioni “concrete” (prevale il secondo aspetto), mentre Alberto Morelli (già Dissoi Logoi e Ear&Now) suona il piano preparato in due brani. Alla voce della “presenza Uncode Duello” contribuiscono poi lo stesso Morelli, Federico Ciappini (vecchio amico dai tempi dei Six Minute War Madness) che aleggia in Free Steps, mentre Andrea Reali (da ascoltare in un altro progetto pubblicato dalla promettente Ebria Records, ovvero Nippon & The Symbol) propone le sue vocalizzazioni in Anatomy Collides.
Il già citato Ciappini, in una presentazione del CD, conclude che la musica ivi proposta è “una colonna sonora eccellente per questi anni” angosciosi (speriamo che qualche “filmaker” italiano se ne sia accorto o se ne accorga nel 2005…); sicuramente dimostra la perseveranza di Xabier Iriondo e Paolo Cantù nel perseguire un confronto musicale complesso e certamente non “popolare”, ma che permette loro di comunicare sensazioni non epidermiche e volatili.
Per contatti: uncode.duello@email.it
www.ebriarecords.com
Voto: 8
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