(Alien8 Recordings/Wide 2004)
Qualche rara volta situazioni ed eventi scatenano stati d’animo difficilmente comunicabili verbalmente, qualche altra ci si trova in mano dei dischi verso i quali la disinvoltura di trattamento dura solamente il tempo del primo tragitto dalla custodia al lettore, il resto è anch’essa emozione pura e incomunicabilità. Il terzo lavoro a lunga durata del canadese Tim Hecker è uno di quei dischi, una non musica che è intimamente connessa al vissuto ma che allo stesso tempo lo trascende distaccandosi da ogni possibile ingabbiamento spazio temporale. Hecker è un talento dell’elettronica di ricerca, ‘Radio Amor’, suo penultimo album per la vecchia Mille Plateaux, è ancora li a dimostrarlo, come anche lo hanno dimostrato i suoi numerosi live set in giro per il globo. Adesso il compositore spinge la sua ricerca ulteriormente in avanti, ‘Mirages’ sembra avere maggior completezza rispetto al suo predecessore, i suoni sono più densi pur nella loro estrema rarefazione, le atmosfere meglio definite pur nella loro inafferrabilità. Difficile snocciolare sensazioni precise in queste 11 tracce, 11 soundscapes sui quali aleggia un costante clima di mistero, una musica abitata si ma da entità evanescenti, lontane, ricca di sfumature tonali, di campioni processati, di rumori bianchi e frequenze che si stratificano progressivamente secondo un criterio architettonico irregolare finalizzato esclusivamente ad uno straniante risultato armonico. Molte anche le collaborazioni autorevoli per quest’album che in realtà è stato concepito nell’arco di ben due anni e che senz’ombra di dubbio si pone come l’apice del percorso artistico del canadese fino ad adesso. Uno di quei rarissimi gioielli di ambient di limite che danno viva voce al silenzio.
Voto: 10
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