Bitstream ‘Domestic Economy 7’

(Modern Love / Baked-Goods 2005)

Giungono finalmente all’esordio sulla lunga distanza i fratelli inglesi Steve e Dave Conner, considerando che il precedente ‘One Third Standard Lux’ del 2004 altro non era che una raccolta di materiale variamente sparso su 12” e dal sapore troppo eterogeneo per parlare di un vero e proprio album.
Il perché della lunga gestazione a cui questo lavoro è andato incontro è facilmente comprensibile. L’elaborazione del suono è portata ai massimi livelli e la ricerca nella lavorazione degli effetti tocca vertici assoluti, ma a tutto ciò non corrisponde un’adeguata resa finale delle singole tracce (una su tutte, Open Sesame, crea un effetto straniante che disperde il suono piuttosto che convogliarlo in una direzione precisa).
Il maggior rammarico viene proprio dall’ascolto di quei brani che testimoniano come il duo ci sappia fare e riesca a raggiungere buoni risultati laddove riesce a dar compiutezza alla struttura ritmica dei pezzi (Bass Lobe, ovvero frammenti glitch sull’impianto hip-hop, una dose paurosa di bassi che pulsano impazziti e qualche accenno vocale).
Andrea Parker lo ha definito “the sickest electro album i have heard for time…” e per meglio inquadrarlo dovremmo citare anche Bola o il Mike Paradinas dei primi tempi. La techno di Detroit con atmosfere dark e reminiscenze della vecchia Warp, ma tutto molto spigoloso.
Un buon acquisto per chi non è ancora pago del filone electro di una idm che punta decisamente a dimostrare la propria ricercatezza piuttosto che a sorprendere con qualcosa di realmente originale e a volersi ridefinire. Per tutti gli altri un (pur valido) esercizio di stile, che non giustifica ancora l’interesse.

Voto: 6

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