Khonnor ‘Handwriting’

(Type/Baked-Goods 2004)

A volte basta poco, ma molto poco per ottenere qualcosa di molto ma molto grande; come effetto, come valore aggiunto, come segno che duri nel tempo, come attimo che rimanga nel vissuto di ognuno. In questo caso è bastato un computer, un microfono, una chitarra e la naturalezza di avere diciassette anni per lasciare un segno, significare un passaggio emotivo ed esistenziale, conservarsi come vissuto esistenziale e orologio dell’anima che ha scandito i continui ascolti nei momenti di malinconica pausa quotidiana dal fragore imprevisto e doloroso delle giornate che si sono susseguite. Sicuramente, come il caso comanda e non vuole repliche, il dispensatore di cotale attualità in arte Khonnor è capitato al momento giusto nel posto giusto con gli strumenti sonici usuali, voce ed altro, giusti. E’ stato e continua ad essere quella cosa, quel concorso di accezioni che permettono a chi le vive compresenti di capire e amare che cosa è stato, è, può e sarà sempre la musica pop(olare) in tutte le sue forme e derivazioni. Semplicemente una componente insostituibile della nostra essenza, a volte migliore a volte peggiore ma il questo caso, lo ripetiamo, semplicemente e delicatamente perfetta. Un capolavoro dall’inizio alla fine, una traccia dietro l’altra definite tali per convenzione, un istante dietro l’altro, un modo di intendere, distacco graduale e sdoppiamento dell’io, la materia p(r)op-osta trattata con perizia inusuali e cura certosina. Uno stupendo, valido, struggente ed insostituibile viatico folktronico. Basta parole, ascoltatelo.

Voto: 10

Link correlati:Type Records