(Self 2005)
“Passato Presente” è una di quelle curiose ed un poco barocche operazioni editoriali che Federico Fiumani è solito fare giocando sull’ormai sostanzioso materiale d’archivio, di catalogo e di studio di registrazione che caratterizza l’ultraventennale esperienza Diaframma: in questo caso si tratta di brani più o meno classici, scaturiti dalla penna e dal plettro del chitarrista/cantante toscano, rivisitati da tre ospiti e dallo stesso autore con la nuova (ennesima) reincarnazione del gruppo.
Si inizia con Labbra blu, cantata da Cristina Donà in perfetta solitudine – ma con l’ausilio di vari strumenti (chitarre acustica ed elettrica, bass Synth, percussioni varie) – ed a suo agio nel contesto lirico neosensibilista del brano; si prosegue con la arcaica Effetto notte (dall’EP “Altrove” anno di grazia 1983, con ancora Nicola Vannini alla voce e i fratelli Cicchi alla ritmica), che sente Max Casacci, Ale Bavo e Condimix addizionare pulsioni “electro” e schiocchi di frusta sintetici all’ossessivo riff chitarristico originario di Fiumani. Qui Federico canta, con Casacci alla (seconda) chitarra, Bavo alle tastiere, Fulvio Bosco al basso e Condimix alla gestione della ritmica campionata. Le scansioni “dance”, con in più un afflato neoromantico, tornano anche nella rivisitazione della celebre Siberia, pezzo forte dell’omonimo album del 1984, da parte di Madasky, che fa invidia a Miro Sassolini per la voce risuonante e non lesina nella programmazione: l’autore partecipa alla chitarra e ai cori, Branco suona il basso. Tre riletture sostanzialmente riuscite, di cui due del periodo più “wave” dei Diaframma (che Casacci e Madasky hanno probabilmente vissuto in pieno): è interessante notare come l’insistenza minimale della sei corde del Fiumani di allora si sposi bene con i ritmi sintetici.
I rimanenti nove brani sono stati ricantati e risuonati dal fiorentino nell’aprile di questo 2005 con due fidati compari negli ultimi Diaframma (ovvero il bassista Riccardo “Foggy” Biliotti ed il chitarrista Edoardo Daidone, anche ai cori), Emilio “Millo” Sapia alle tastiere, già in azione nel più che discreto “[volume 13]” dello scorso anno, Gianni Cerone alla batteria e Riccardo Guazzini ai sassofoni (in Elena e Di domenica); gli arrangiamenti nuovi sono robusti e convincenti (se ne giova specialmente L’odore delle rose, tratta dal notevole “Anni luce” del 1992), segno della buona salute della band.
Voto: 7
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