Apes ‘Baba’s Mountain’

(Birdman/Goodfellas 2005)

Da Washington DC fulmini e saette!
Uscita lunga per i (presunti) fumiganti Apes, maghi e maghetti, funghi e funghetti;
riff e riffoni.
Producono Jonathan Krelnick dei Trans Am e Jason Kirker dei
Modey Lemon; tutto chiaro no?
Si narrano mirabilie dei loro infuocati live, la leggenda vuole inscenate peccaminose
congiunzioni uomo/strumento estremamente conturbanti (forse la tastierista, al
limite), si racconta di folle ondeggianti in stato di trance, heavy freak e
furori punk (?), frementi attacchi alla Deep Purple (gasp!) a ruota
libera; un’incredibile onda di energia animalesca (cosi dicono).
In verità nel chiuso della nostra stanzetta bene ordinata le cose non riescono
poi cosi tanto bene, più che ad un party popolato da folletti sembra di
essere al cospetto di un’orda bruta di nanerottoli tarchiati e sudaticci in parrucca
bionda che minacciosi si avvicinano a noi brandendo forme di cacio stagionato.
Alle saghe allucinatorie da incantatore di serpenti si sostituisce un simpatico
accenno vagamente da commedia davvero niente male, sui Sabbath spesso citati
quando si parla di loro si allunga l’ombra lunga di Emerson Lake and Palmer;
insomma un successone.
Ritmiche quadre, basso distorto, tastiere ed organi svolazzanti, raddoppi vocali;
c’è proprio ogni ben di Dio in queste note.
Possono portare al diabete, possono indurre stati ansiosi, se si è sufficientemente
ubriachi possono anche divertire.
Il vero dramma si scoprirà soltanto da sobri però.
Paiono una edizione fuori tempo massimo del fenomeno Grebo inglese, dei
Gaye Bikers On Acid senza propellente e pure vagamente repulsivi.
Forse con la faccenda dei corsi e ricorsi storici nel rock bisognerebbe andarci
cauti.
Ma perchè Ian McKaye non gliele suona secche?

Voto: 4

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