(Kipple Officina Libraria 2003)
I Livido osano molto, su questo non c’è dubbio.
Questo duo, terza uscita per la serie Intonarumori della Kipple, ci presenta un collage elettronico in cui la musica il più delle volte è impiegata come semplice tappeto sonoro minimale, e vere protagoniste sono le voci, impegnate in testi surreali e astrusi che a tratti ricordano dei Bluvertigo spogliati da qualsiasi pretesa intellettualoide (Dudù, Haiku), a tratti inquietano come un Aphex Twin dai peggiori incubi (Colpa o Opinioni).
Un futurismo psicologico di matrice terrorista il loro, che non si pone remora alcuna a mescolare pop e sperimentazione (la techno-progressive di Sarajevo o Ricetta, vere eccezioni nel contesto del disco), musica classica ed elettronica (New Bach non stonerebbe in un finale alla “2001: Odissea nello spazio”), così come ad inserire discorsi religiosi, vocine maligne da oltretomba (Livido o Nostra signora dei turchi) o musica slava filtrata senza ritegno al computer (Tre tzigani).
Nell’album pochi gli episodi rilassanti, si segnalano Viola oboe, Pianoforte e l’intervallo centrale di Flauto chitarra, brevi momenti di pace in un reiterato attacco anarchico di violenza nemmeno sonora, ma mentale.
E se questo è lo scopo, i Livido l’hanno centrato in pieno.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it