André Gonçalves & Kenneth Kirschner ‘Resonant Objects´

(SIRR-Ecords/Fringes Records 2005)

Tutto ciò che circonda, abita e, più di tutto, influenza gli autori di “Resonant Object” è attorniato da un alone di desiderio (tutt’altro che nebbioso) nel ri-congiungersi con gli entertainment elettro-elettronici, ‘schiavi’ della lenta progressione. Un espansa fascia di interessi, abita questo ‘oggetti risonanti’: viene inalata una scia di emotività e tensione che lambisce (quasi matematicamente) alla scuola americana di oggi; e così, lasciando intuire l’innamoramento ‘dotto’ nei confronti di spazi sonori, ampi e senza fine, alla stregua di un Phil Niblock, oppure vicino alle fresche sperimentazioni micro-environment di Jason Kahn.
Due nomi, impossibili da non associare come ‘punti guida’ alle caratteristiche, comunque ben singolari, contenute in questa orgia elettronica dalle movenze catatoniche.
Ritornando alla partenza, non è solo una semplice intuizione, osservando il luogo dove si è versata linfa vitale sulla realizzazione degli oggetti danzanti sbuca fuori, a mò di incastro perfetto, quell’Experimental Intermedia Foundation, luogo di scambio culturale, aperto e curato proprio da Mr.Niblock in persona.
Fa ancora un certo effetto constatare, nonostante la grande massa di simili releases, il forte ‘sex-appeal’, capace di spuntare da una mera e/o impercettibile vibrazione, procurata ad / da un oggetto qualsiasi… o accuratamente studiato e ricercato come in questo caso.
La capacità di stravolgere, modificare, abbellire una simile ‘reazione’, per mezzo di un laptop, oppure di un DAT e quant’altro, in circostanze affini, indossa i panni di uno strumento D.(erivazione) O.(origine) C. (controllata) al 100%…. e con anche tutti i ‘riconoscimenti del caso’.
Un discorso, questo, che interessa molto da vicino gli ambienti, gravitanti attorno l’iberica SIRR e che ratifica ulteriormente l’attenzione di patron Raposo per l’impianto delle installazioni.
Un unico lungo tappeto compone questo lavoro, una distesa velata e lisergica di 50 minuti pieni, ripercorre e mostra il miglior stato di salute dell’elettro-acustica creata ed effettata in real time. Gli oggetti presi di mira all’occorrenza sono sei globi di vetro bianco, ognuno al proprio interno è dotato di un mini-microfono, un altoparlante ed una lampada elettrica; tutta la struttura è appesa al soffitto, secondo differenti distanze. La registrazione-manipolazione, dicevamo, avviene in rigoroso tempo reale e alla sua base troviamo un calcolatore che, capace di selezionare sei diverse frequenze, viene collegato ad ogni altoparlante.
Giunti quasi al termine, sembra proprio ora di lanciare un meritato accenno biografico, in senso puramente fisico, sui mentori di questo viaggio nella musica ultraterrena:
André Gonçalves è da tempo famoso negli ambienti underground di Lisbona e dintorni, il suo nome si associa particolarmente all’etichetta Grain Of Sound ed ai progetti futuristici Ok.Suitcase e ETCH. Il compagno, Kenneth Kirschner, lavora e proviene dagli ambienti newyorkesi, da poco orbita nella scena ‘vera e propria’ experimental, collaborazioni sparse, qua e là, tra cui quella più luminosa rimane il duo con Taylor Deupree.
Europa-Stati Uniti… legame con la tradizione… scontro con la modernità… il minimalismo trasparente e mistico degli anni’70… la tecnologia digitale di voga nei giorni nostri.
Ed ora silenzio: parte il fruscio… infinito.

Voto: 7

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