(Sirr-ecords 2006)
Ralf Wehowsky, RLW, dalla cultura post industrial tedesca (Permutative Distorsion, P.D e poi P16.D4) all’elettronica radicale, dall’interesse per i processi trasformativi, alla elaborazione / manipolazione condivisa di una stessa sorgente di suono.
Il mega-evento realizzato negli anni ‘90, “Tulpas”, guardava RLW attrarre a se una schiera di musicisti selezionati tra i più ‘out’ della scena elettro-acustica globale per la pubblicazione di un quintuplo cd il cui tempo di lavorazione sfiorò i due anni.
Diviene, però, superficiale approfondire per l’ennesima volta la ‘maestosa’ carriera di Wehowsky, mentre più indicato è focalizzare il succo di “i.k.k – purpur”. All’origine troviamo delle vecchie liriche natalizie, intitolate Ihr Kinderlein Kommet (più o meno: venite piccini) scritte a fine ‘800 da Christoph Schmid, usando una melodia del compositore contemporaneo Johann Abraham Peter Schulz.
Furono eseguite per la prima volta da Mindel… ma questa è un’altra storia.
Ciò che ci interessa è come siano entrate nella mente di RLW che cominciò a lavorare su di esse nel ‘01 quando, sfiorato da poco il natale, realizzò delle prime timide registrazioni, su cui interpose il canto della piccola Sonja (la figlioletta di cinque anni) presa dal cantare le sue preferite.
Impolveratosi per qualche anno, il lavoro riprende un cammino, andando a stimolare ancora una volta la vena collettivista di RLW che invita sei firme note del genere a riadattare le registrazioni in causa e diventando, così, protagonisti e parte integrante di i.i.k.
Le altre ri-elaborazioni – trasformazioni partono con Dan Warburton (Der Druck Und Die Temperatur Der Kleidung) il quale mette alla prova un lavorato nodo di ispirazione noise, a base di violino modificato e trattamenti vocali, anch’essi risalenti alla voce della piccola Sonja. Il processo trasformativo realizzato da Andrew Deutsch avviene presso l’istituto delle arti elettroniche di N.Y.C. e si ispira parallelamente alla versione di Ralf quanto al poema di Jessie Shefrin, Orion’s Dog, con cui sceglie d’intitolare lo stesso brano. Musicalmente la mano di Deutsch sperimenta scenari alquanto scabrosi: frequenze distorte (seppur con finezza) ed una raffica di suoni trasversali oscillano in un solo blocco. Diretta nel confronto tra strutture avant-garde e micro-wave riduzionista, la verve di Chris Halliwell (In Parallel Motion) si assesta su giochi percussivi elaborati e su campioni di voce rarefatta ed ombrosa. Egli butta le mani contemporaneamente sugli electronics e su un folto campionario percussivo, costituito da glockenspiel e tubular bells, mentre voce ed oboe vengono offerti dalla presenza – misticheggiante- di Laura Evens. Questo, il brano che più odora di ambienti elettronici di stampo britannico ed esoterico: Coil, Nurse With Wound dosati all’avanguardia di Anthony Pateras e Peter Garland.
Strotter Inst. (Schwadron) rincara l’intervento ritmico: a comparire è uno screziato, quanto minimale, impulso loft-techno ricavato dall’uso di alcuni giradischi. Il materiale di RLW attraverso il mood di Stephen Vitiello (Kneel (or hover)) e mediante particolari pedali, più altri marchingegni, riesce a diventare un pezzo totalmente diverso, basato sulla edizione di lievi distorsioni, piccoli tocchi ed un’elettronica legata a Jason Kahn e al materiale della sua Cut.
In partenza e in chiusura troviamo le prime e originali prove firmate da RLW, il quale si divide tra la creazione di due strutture differenti; nel primo caso – architettato più o meno intorno al ’03 – si assiste ad una passerella di suoni miti e pacati che RLW estrae da una discreta quantità di cambi micro-tonali, dipingendo suoni paralleli e obliqui, al ‘tatto’, dalla consistenza liquida. Per la seconda prova si affiancano al tone generator e agli electronics di RLW, il contrabbasso improv di Johannes Frisch e gli inserti noise del sax di Bhob Rainey.
Essenza astratta al 100 %, camuffati da un magma elettronico e da una fitta intersecazione di frequenze e disturbi ‘screpolati’ appaiono i due partner acustici su cui emerge l’intonazione accigliata e lamentosa del fiato di Rainey, come sempre sopra le righe e rigorosamente impeccabile.
Incorporeo!
Voto: 9
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Autore: mariacenci@alice.it