(Touch And Go/Wide 2006)
A quattro anni dalla svolta esotica del precedente “Amore del Tropico” la Processione del Cuore Nero ritorna a cantare il lato oscuro e malinconico dei sentimenti umani.
“The Spell”, come da copione, affascina ed incanta. Un disco formalmente ineccepibile e dalla potenza espressiva non indifferente. Il piano di Tobias Nataniel e le melodie cupe di Pall Jenkins sono la struttura portante di tutti i brani che però si arricchiscono, di volta in volta, di chitarra elettrica, violini, batteria, organo e della consueta sega a nastro. Il tutto arrangiato in maniera egregia ed estremamente raffinata. Ci sono, come da marchio di fabbrica, le ballate scure e malinconiche (The Letter, The Spell, la funerea The Waiter #5, Return to Burn, Places), canzoni splendide dotate di un potere magnetico che rapisce e cattura. E troviamo anche episodi più sostenuti (l’up-tempo di Not Just Words, il rock spigoloso di GPS e The Fix) che spezzano il mood crepuscolare e desolato del disco.
Insomma, per quanto i primi dischi rimangano comunque insuperabili, questo quinto lavoro dei Black Heart Procession è una raccolta di belle canzoni che rivela tutta la maturità stilistica raggiunta dal gruppo.
Voto: 7
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