Innocent X ‘Fugues’

(Bleu Electric 2005)

Degli Innocent X ci siamo occupati in occasione del loro esordio – “Haut/Bas” – e ritorniamo con piacere a farlo per questo “Fugues”, che vede i tre musicisti parigini – due chitarre e una batteria; solo nella Fugue finale si affacciano dei fiati bucolici – realizzare una decisa sterzata verso gli aspetti più convincenti, cinematografici e paesaggistici del loro suono. L’iniziale Aux marches du palais è un canto tradizionale che nel finale si gonfia di chitarre risonanti, la caratteristica principale del gruppo: infatti pochi in Europa possono dimostrare di sapere lavorare così bene con plettri, distorsori, amplificatori, effetti vari (sentire anche Insomnie).
Forse un paragone può essere fatto con le sonorità delle sei corde di Egle Sommacal e Gabriele Ceci dei nostrani Massimo Volume (sentire Nord): e la rassomiglianza si acuisce quando entra in azione una distaccata voce recitante (maschile in Commedie e in Valade Martial, femminile in Trois fois barbare). In “Fugues” c’è sicuramente più virtuosismo, inteso soprattutto come sapiente manipolazione sonora (i disturbi elettroacustici che aprono e chiudono Praxis du vide): senza però venire meno alle radici – e all’impatto – del “rock” (Outremonde).
La scrittura è abbastanza complessa, senza mai essere noiosa (grazie anche alla solidità varia della batteria: sentire Valade Martial): non c’è un brano da scartare, tra i nove del CD. E questo è forse il miglior complimento che si potesse fare a “Fugues”.

Per interloquire con Gaylor Olivier, che accudisce con tanta passione gli Innocent X: gaylor.olivier@free.it

Voto: 8

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