(Screaming Apple Records 2006)
Nuovo album per la grandissima band che incarna il rock’n’roll nella sua accezione più divertente e selvaggia. I Rippers, abituali frequentatori di queste webpagine (cliccare qui!) ritornano con un concentrato ad altra gradazione sonica di garage punk con il piede piacevolmente incollato al pedale dell’acceleratore. La band snocciola tredici pezzi di puro artigianato acustico che spazia tra i Sonics teletrasportati nel secondo millennio di I Would mistreat you, il Bo Diddley dei tempi migliori di She drives me mad, e i Count Five che hanno stirato e smacchiato i loro abiti in nero di Demon & Witches. Non un attimo di indecisione, non un momento di question-time su perché ancora bisogna ascoltare codesti traghettatori di tanto sano e vitare rock’n’roll in salsa garage/beat, solo un deciso movimento del dito che ripreme play dopo che il manufatto a forma di cd ha esaurito temporaneamente la sua produzione di magia sonora. Eccellente seconda prova per una band incredibile, valida e che sarebbe ora che gli venisse tributato il dovuto riconoscimento nell’ambito della diffusione del senso delle note pentagrammate. Solo e ovviamente consigliato.
Voto: 8
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