(RROOPP 2007)
In circolazione da ormai quindici anni, la sigla Amp (dietro la quale oggi di nasconde un duo, Richard Amp e Karinne Charff) è ormai da tempo oggetto di culto tra gli appassionati della sperimentazione musicale.
Fin dagli esordi al principio degli anni Novanta, allorché Richard Amp aveva come partner Dave Pearce (più noto per essere poi divenuto membro dei Flying Saucer Attack), Amp ha assunto la connotazione di collettivo, all’interno del quale hanno trovato spazio dapprima diversi musicisti (oltre al già citato Dave Pearce, Matt Elliot, Matt Jones) che con altre formazioni sono stati protagonisti del movimento neopsichedelico, originato intorno alla metà degli anni Novanta, che ebbe come protagoniste formazioni quali Flying Saucer Attack, Crescent, Movietone e Third Eye Foundation e successivamente anche esponenti di altre realtà più note e che tuttavia con Amp hanno sempre condiviso radici e ispirazione, come Spiritualized e Moonshake.
A celebrare una decade e mezza di interazioni artistiche e invenzioni soniche che mai hanno davvero ricevuto la dovuta attenzione, interviene ora un lussuoso triplo cd (la cui uscita è prevista per l’inizio di luglio), intitolato “All of yesterday tomorrow” e licenziato dalla londinese RROOPP.
Riunendo materiale (per l’occasione interamente rimasterizzato) in parte fuori catalogo da tempo (singoli succedutisi nel corso degli anni su etichette quali Wurlitzer Jukebox, Kranky, Darla e Space Age Recordings, b-sides e partecipazioni a compilations) in parte fino ad ora inedito, per un totale di trentotto canzoni, questa monumentale raccolta ricostruisce il percorso artistico di uno dei fenomeni musicali stilisticamente più sfuggenti d’Oltremanica.
Quella chiamata Amp, infatti, è una galassia alla quale il concetto di categoria non appartiene. Al suo interno, gli opposti, anziché respingersi aprioristicamente, si attraggono, spinti dalla consapevolezza che la novità può derivare solamente dall’incontro di diversità.
In questa raccolta (come in ciascuno dei sette album ad oggi prodotti), si possono riconoscere elementi che potremmo convenzionalmente classificare come “ambient”, “soundscape”, “noise”, “post-rock”, “dream-pop” o “elettronica”, ma che, in realtà, sono il risultato del tentativo incessante di comporre (invece che contrapporre), facendoli incontrare in qualche punto dello spazio mentale ed emotivo che li separa, elementi e/o concetti ai quali siamo soliti pensare come antitetici.
Nella musica targata Amp, strumentazione tradizionale e tecnologia, melodia e rumore, minimalismo e massimalismo, scrittura e improvvisazione, composizione e destrutturazione, perfino ordine e disordine (pur nella loro radicalità e apparente definitività), sono coinvolti in una dinamica coesistenza all’interno di una realtà in continua evoluzione e in perenne ridefinizione (proprio perché in sé indefinibile in modo univoco).
L’esperienza dell’ascolto è parimenti all’insegna di piacevoli paradossi emotivi, fatta di essenzialità contemplativa e mind-expanding e claustrofobiche estasi, di opprimente rarefazione e di sublime, impalpabile densità.
Nel guidarci attraverso questo universo, ”All of yesterday tomorrow” non rappresenta solamente una retrospettiva rivolta a chiunque volesse cominciare ora ad esplorarlo ovvero a collezionisti, ma costituisce, oltre ad un compendio di ciò che fino ad ora Amp ha rappresentato, anche, rivolgendosi al futuro, una definitiva dichiarazione d’intenti, che trova nella negazione di ogni stereotipo e nella volontà di rifuggire da qualsivoglia definizione il proprio motivo ispiratore e il proprio obiettivo ultimo.
Voto: 10
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Autore: a.crestani@yahoo.com