(Out Here / Wide 2007)
Per chiunque sia realmente appassionato di rock e di blues il confronto con le radici africane è inevitabile ed imprescindibile. Soprattutto con quello che possiamo definire, seppure impropriamente, il blues africano. Fortuna che in quel 1994 Ry Cooder abbia sdoganato al grande pubblico del blues il più grande esponente di questo genere in Africa, vale a dire Ali Farka Touré, maliano. E grazie al musicista californiano abbiamo fatto una grande scoperta.
Chi è appassionato è spesso avido, così continuare ad indagare in quel mondo affascinante, ed ecco quindi la scoperta di Bassekou Kouyate, che ha collaborato con Touré ed in particolare ha suonato sull’ultimo disco di questo, il fantastico “Savane”. Kouyate ha deciso di esordire in proprio facendosi accompagnare da altri tre musicisti, come lui suonatori di ngoni, strumento a corde che può essere definito il progenitore della chitarra, e da una suadente voce femminile. Kouayate e soci si dilungano amabilmente in quattordici pezzi variegati, ma che allo stesso tempo hanno un filo conduttore, le radici africane. Il cd, infatti, ha il pregio di vivere l’ambiguità del forte radicamento con le radici, ma allo stesso tempo si lascia influenzare da altri ritmi, badate bene, non generi. Così troviamo l’intrigante connubio di un jazz con ascendenza di flamenco di The river tune, che non nasconde malinconia o la coralità di Ngoni fola. Bassekou poi non avrebbe sfigurato nel disco che hanno registrato insieme Cooder e Touré e Bala cantato con una certa enfasi e con un tocco di raucedine rivela un blues enfatico.
Il cd tocca i suoi apici nei due brani conclusivi, l’omaggio funebre a Touré Lament for Ali Farka nella quale si respira proprio l’aria della tristezza africana e poi Segu Blue nella quale vengono convogliati tutti i riferimenti al blues e dove Kouyate ci fa capire ancora una volta dove tutto ciò che ci appassiona si è generato.
Voto: 9
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