Insula Dulcamara ‘La mia vita su piccoli aerei’

(Autoprodotto / Creative Commons 2.5 2006)

Nelle note del primo EP di Insula Dulcamara c’è un po’ del meticciato de Le Loup Garou, un po’ del cantautorato sporco/bohemien à la Capossela e un blues che abbiamo già capito essere italo dopo il colpaccio di Songs for Ulan: origini ‘indie’ profondamente intrise di personalità che ultimamente stanno tornando con forza anche nel sottobosco rock (vedi ad esempio la splendida apparizione dei Grimoon o la svolta di Bugo).

In queste sette tracce si passa dal post-noise-lounge di Eterna primavera al pastiche da club anni 20 de Il capro, dall’electro-blues de Il padre (che ricorda in parte le visioni dei primi Avion Travel) alla semplicità naif di (post-it) e del country nickdrakey della ballad Filumena.

Un set che -dalle note di stampa- è ‘in continua evoluzione’, una musica intrisa di mediterraneità malinconica, con uno spirito folk che non tradisce. Semplicità ricercata che va ancora coltivata a fondo, per non scadere nell’anonimato. Un bell’inizio che da Napoli potrebbe risalire prestissimo su tutta la penisola. La rivincita di chi fa musica pensando ancora alla terra e alle storie che la avvolgono, di chi ha ancora sogni da raccontare.

Contatti:
zampano@email.it
mail@insuladulcamara.it

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Voto: 6

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Autore: taffey6977@gmail.com