(Wallace Records/Audioglobe 2007)
Disco condiviso all’insegna dell’avanguardia per la Wallace Records. Uscito nel gennaio del 2007, questo lavoro, che ha per protagonisti Mats Gustafsson e Paolo Angeli, rientra nella PhonoMetak, una serie di split 10” in vinile in edizione limitata, ideata e realizzata da Wallace Records e PhonoMetak Laboratories, diramazione discografica della Sound Metak di Xabier Iriondo.
Il disco si apre con le tre composizioni di Mats Gustafsson, sassofonista svedese free jazz che tutt’ora collabora con gente del calibro di David Grubbs, Thurston Moore, Jim O’ Rourke e il Peter Brotzmann Chicago Tentet. Suona inoltre in quartetto con gli Zu e con il suo trio, The Thing, propone cover di gruppi come White Stripes, Yeah Yeah Yeahs, Lightning Bolt ed altri. I tre brani presenti nel disco che recano la sua firma (I Wanna Be On My Own With You, Dachau – Passau Drive, Man In HIs Boat Desperately Crushing The Ice) registrati tutti nel corso dell’aprile 2005, sono piccole pieces d’avanguardia free, in cui il sassofono è sottoposto a tutta una serie di sevizie timbrico/ritmiche. Gustafsson è un virtuoso, questo è fuori di discussione, ma qui manca la sostanza: il risultato è un esercizio di stile, accattivante in alcuni momenti (soprattutto nella terza traccia), ma alla lunga prevedibile.
Di ben altra pasta la sperimentazione di Paolo Angeli, musicista sardo, che deve la sua particolarissima tecnica alla sei corde ai primi rudimenti datigli dal padre e all’incontro con Giovanni Scanu, il più vecchio suonatore di chitarra sarda ancora in vita. Angeli ha partecipato a session con musicisti come Jon Rose, Otomo, Yoshide, Nuno Rebelo, Frank Schulte, Lukas Simonis, Eliot Sharp, Antonello Salis ed altri. Attualmente (ulteriore dimostrazioni dell’attenzione verso la musica popolare) collabora con l’Istituto Regionale Etnografico della Sardegna per la alla costituzione di una fonoteca di musica tradizionale. Insieme al fotografo Nanni Angeli, inoltre, cura la direzione artistica del festival Internazionale di Musica-Teatro e Arti Visive Isole che Parlano.
Un’unica composizione del disco porta la sua firma: Andature Portanti, oltre quattordici minuti all’insegna di un jazz ultra-avanguardistico, dominato dal dialogo, in alcuni tratti oscuro o addirittura ossessivo, tra percussioni, basso e chitarra sarda, cui si aggiunge anche, verso il decimo minuto circa, un violino che intona una nenia drammatica che cresce poi d’intensità, poggiandosi sui rintocchi interlocutori del basso. Il risultato è un capolavoro di improvvisazione, che non si risparmia spigolosità, rumorismi e disarmonie ma che riesce, miracolosamente, a non annoiare e a non passare inosservato.
Essendo uno split, il voto finale non può che essere una media: tre stelle a Gustafsson, quattro ad Angeli. Risultato: tre e mezzo – o sette, se preferite. E va bene così.
Voto: 7
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