(Nemu Records 2006)
Non è come la peste; è la peste.
Avevo il pc
orrendamente crashato, e sono
stato anche tentato di lasciarlo in quello stato pietoso, poi mi son
detto dopo aver visto questo dvd: ma se non metto in guardia i
gagliardi kathodiki del
pericolo che corrono; chi lo farà?
E’ un lavoro sporco, ma
qualcuno deve pur farlo.
Allora via; senza indugio alcuno.
Il
Ganelin Trio del pianista
Vyacheslav Ganelin (piano, synth e percussioni!), era quasi
del tutto andato, ora, reclutati i due Petras Vysniauskas (sax
alto e soprano) ed il batterista Klaus Kugel;
ce lo ritroviamo dritto dritto di nuovo fra i piedi.
Benissimo,
ottima scelta!
Il dvd in questione ci presenta tre brani
estenuanti registrati all’auditorium di Vilnius (Lituania) che
risultano essere; un polpettone indigeribile di romanticismo post
prog (ma pure prog e basta forse) e free jazz autoreferenziale
vecchio come il cucco.
I primi dieci minuti sono incubo puro, una
frase caramellosa da signore degli anelli (di stagno) indicibile, poi
esponenzialmente ci si agita in salsa free (ma la frase d’apertura in
questione capolina ad intermittenza…), discesa solistica, chiusura
classica
fra synth e piano; di nuovo la frase d’apertura che sguscia
via.
Dolcezza sulla coda.
Siamo entrati in un
universo barocco dove i Genesis passeggiano
con qualsiasi jazzista free vi venga in mente (non spreco nomi
preziosi…).
Strumentalmente un portento, nulla da eccepire, ma
gratta la superficie e ti accorgi che quel tocco di synth che si
agita sullo sfondo è di una stucchevolezza oscena.
Bella
sala e bello spazio però!
Disadorna ma bella!
Il
pubblico ha un’età media piuttosto alta pare; un pelino
ingessato direi.
Intorno al trentesimo minuto si comincia a
scegliere l’arma da taglio adeguata per se stessi.
Nel caso la
porta non si dovesse più aprire ed il lettore s’incagli in
ripetizione infinita.
Ma io ho un compito; me lo sorbisco sino
alla fine!
Mi distraggo, leggo l’interno del dvd; affermazione: è
nostalgia?
Cosa rispondere?
Secondo brano, partenza equamente
divisa fra percussioni e batteria a passo di carica, strombazzata
free centrale, synth che gioca a fare il basso, stacco meditativo da
prova alta fedeltà impianto stereo, qualche lacrima di piano
che mima un bacio rimpianto; qualche oggettino a stuzzicar le corde
del suddetto piano.
Hey!
Non è male!
Cazzo
dico?
Sotto monta l’uragano.
Di nuovo, percussioni e batteria;
molto settanta.
Il sax gioca a far il richiamo per cervi.
Quanto
manca alla fine?
Ho voglia di ascoltare i Lynyrd Skynyrd.
Il brano chiude con i pugnetti premuti sui tasti.
Homage
To Friends congeda con
gentilezza ed in fondo non è poi neanche male se si è
brilli (a tarda notte; con la fettina preparata alle 8 di sera da
mamma che ti guarda come suola di scarpe sospettosa.).
L’ho
guardato sino alla fine, ho pregato che mi apparisse Gesù
Cristo; cosi non è stato.
Senza tempo nel vero senso della
parola.
Pare un buco nero che risucchia ogni cosa, gli ultimi
trent’anni di musica come non fossero mai esistiti.
Peter
Gabriel suona ancora con i Genesis stando a questo dvd.
Da
queste parti l’ossigeno scarseggia.
Quello che abbiamo sempre
combattuto.
Non è come la peste; è la peste.
E
non è la stessa cosa…
Voto: 2
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