Paolo F. Bragaglia ‘Mystère du printemps’

(Minus Habens Records / Family Affair 2006)

Quarto disco per Paolo Bragaglia. Minimalismo e plunderphonia sono gli ingredienti di questa collezione post-ambient che collega tonalità e glitch, melodia e samples concreti.

Echi di pianoforti che ricordano le atmosfere del primo lavoro di DJ Shadow (Visibilia), mescolati a un sentire ‘mech’ a la Howie B (le screziature in God Ot), il tutto impastato comunque da un profondo attaccamento alla melodia, riprendendo l’insegnamento degli ambient works aphextwiniani (vedi la post bossa di L’acciaio fiorito). Richiami inevitabili al nord di Björk nella traccia che dà il nome al disco, sonorità shoegazing a la Morr in Invisibilia e altre features, fanno di questo album un viaggio piacevole in quella landa già ispezionata nel mezzo degli anni 90 da etichette quali Warp e -in maniera più estremamente minimal- Raster Noton.

Non solo suoni di sintesi: ad aggiungere fisicità al lavoro contribuiscono gli insert di tromba di Matteo Pennese (ottimo il ricordo post-Davis in Song of the Siren), i colpi di batteria di Nicola Di Caprio e le voci effettate di Mauro Negri e Ginestra Paladino. Una consegna all’analogico? Probabilmente una dichiarata parità di ruoli: la costruzione di un’elettronica calda, che si scosta dagli integralismi progressive anni 70 e ingloba una linearità melodica tutta italo. Neo-romantic-glitch che si avvicina al minimalismo pianistico e lo rielabora in modo nuovo, anche se le migliori sensazioni si hanno proprio negli istanti in cui ci si allontana dalla melodia e si sta nel limbo analog/digital, nell’ibrido indefinibile che solo l’elettronica di classe può creare.

Etichetta:
Minus Habens

Voto: 7

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Autore: taffey6977@gmail.com