(Ayler Records 2007)
Considerato che i primi due dischi degli Exploding Customer (“Live at Glenn Miller café” e “Live at Tampere Jazz Happening”) recapitavano entrambi registrazioni live, si può degustare (più che) con curiosità “At Your Service”, un primo assemblaggio di composizioni (quasi del tutto originali) partorito integralmente in studio e aggiuntivo consolidamento nel rapporto di lavoro con la Ayler: jazz-label che li supporta dal 1999, anno in cui il sassofonista svedese Martin Küchen decide di modellare un quartetto di musicisti, predisposti a diluire aliti di – tradizione – new thing e innovazione ‘linguistica’ improv.
Ascoltati i fasti raggiunti oggigiorno c’è poco da obiettare (e aggiungere) alla congiunzione esposta poc’anzi: il marchio degli E.C. è come sempre brioso, energetico, ruggente di buona melodia e indagatore, non patologico, di moderni accorgimenti timbrici e compositivi – soft – avant.
Secondo i nostri, un argomentazione di e sul jazz futuristico, comunicherebbe all’esterno un senso di appartenenza stretta agli insegnamenti di ‘Trane e (tanto) di Eric Dolphy ma anche l’insinuarsi, al massimo della devianza a-melodica, in alcune armonie che ricordano da lontano, dentro contesti differenti e non ‘spirituali’, la lirica dei Masada di John Zorn: ovviamente, nella versione originale e acustica.
La smania esplosiva ed i controtempi simmetrici di Goodbye Smith Town! conquisterebbe di certo i frequentatori della downtown e, insieme agli ‘spasmi lirici’ di Let’s Tear the Threads of Trust (clima solare e da modern jazz di calibro Dave Douglas), rafforzerebbe l’avvicinamento dei quattro su posizioni nitidamente (afro) americane: slacciate dai climi che abitualmente i nordici prediligono frequentare. Lo conferma l’avvenente stato swing di Wars e la stortura del sax in Cold Jewel; lo ribadisce con fervore lo spintone ritmico metropolitan & minimal di Who Servers the Servant? dove, inoltre, è annidato uno ‘stacchetto’ vocale simultaneo. Il momento di introversione più epico lo riserva, ancora una volta il sax del leader, nell’aprire con slancio e arsura di delicatezza la lunga vagabondata notturna e alcolica di The Supply and Demand of Love and Hate, che rimarrà impressa anche per le carezze con l’archetto al c.basso ‘grigiOscure’ di Benjamin Quigley. L’omaggio a Carla Bley, posto alla fine con la sua Els Segadors, viene abbinato nella stessa traccia insieme all’unica composizione del trombettista Tomas Hallonstein, Sin Nombre. Il piglio solenne, romantico e, contemporaneamente, solare della lady combacia perfettamente con il mood degli Exploding Customer: jazz moderno, semplice e senza troppi grilli per la testa. Consigliato agli amanti di un suono pulito, movimentato e lontano da situazioni roboanti e ostiche.
Voto: 7
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