(l’innomable 2006)
In tempi recenti abbiamo scritto più volte della
label “Brechtiana” l’innomable,
ma questa è una release leggermente speciale per l’etichetta
slovena, essendo la prima dedicata per intero a due musicisti
nazionali, nella fattispecie Tomaz Grom (contrabbasso) e Tao G.
Vrhovec Sambolec (live electronics). Il cd documenta due esibizioni
live della coppia, tenutesi rispettivamente ad Alicante e a
Ljubljana, e testimonia di una singolare e abbastanza riuscita
commistione tra la fisicità del basso e le innumerevoli
trappole elettroniche piazzate da Sambolec, che imbrigliano e
trasfigurano il suono dello strumento acustico. L’inzio trae in
inganno: glitches appena percettibili, movimenti di forme sottili e
la presenza tattile e misurata del basso, fanno pensare ad un set
molto meditato, direi all’insegna di certo suono inglese (leggesi
Mark Wastell e la Confront), ma in realtà le
cose sono molto più movimentate e non prive di tratti di
ruvida irruenza. Effetti elettronici spesso scricchiolanti e
rovinosi, come una casa infestata da fantasmi intenti a
demolirla dalle fondamenta utilizzando ogni sorta di arnese, e il basso che cerca di farsi spazio tra
le macerie. Non mancano le pause di riflessione, le
macchine che quasi si spengono ed emettono deboli segnali, il basso
che decide il da farsi. Momenti durante i quali vengono pianificate
le mosse per mettere in scena attimi all’insegna di criptici e
costipatissimi deragliamenti elettroacustici. Questo nel primo set.
Anche la performance tenutasi nella capitale inizia in maniera
rarefatta, con un sofisticato lavorio alle elettroniche su cui si
muovono suoni tiratissimi e letteralmente scoppiettanti, per poi
sfociare verso momenti claustrofobici e dissonanti, durante i quali diventa
abbastanza difficile sbrogliare il bandolo della matassa. Decisamente non siamo
dalle parte del minimalismo e dei suoni dispensati con il contagocce,
anzi, i due sembrano decisamente attratti dai cammini contorti,
intricati, ed utilizzano bene i propri mezzi per percorrerli
dall’inizio alla fine, mettendo in piedi strutture sonore dalle forme
sfigurate ma vibranti di vita. Che come da titolo possono facilmente
mandare in tilt i sensi di chi ascolta.
Voto: 7
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