(SuperNaturalCat 2006)
Due bassi, synth e batteria: poco basta ai Morkobot (alla seconda uscita con “Mostro” , dopo che il debutto aveva riscosso notevoli consensi) per creare una galassia sonora difficilmente individuabile nel firmamento dei generi musicali ma le cui coordinate si possono facilmente immaginare. Se infatti l’apertura, nella fattispecie Tobokrom, rimanda ad architetture sonore di casa Primus (così come i ventitré deliranti minuti affidati alla traccia di chiusura, una Poldon simile per molti versi a quella The Final Voyage Of The Liquid Sky contenuta nell’ultimo lavoro del gruppo americano e a sonorità di casa Melvins) Kaklaipus, Cammut e Skrotokolm strizzano l’occhio ad atmosfere solitamente evocate da mostri sacri come Pink Floyd (andate a ripassarvi “Ummagumma”) , Hawkwind, Don Caballero e Tool. Interamente strumentali, le sei composizioni stupiscono per la qualità degli arrangiamenti e quindi per una visione d’insieme che anche alla lunga distanza riesce bene o male a mantenere desto l’interesse nell’ascoltatore. Immaginifici
Voto: 7
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