(Innova 2006)
Sarò un po’ lento di comprendonio, ma ci ho messo un pochetto
per capire bene la logica che sta dietro a questo progetto
multimediale (qui costituito da CD+DVD), nello specifico la relazione
tra audio, video e foto. La cosa che comunque appare subito evidente
è che il nome intestatario dell’opera probabilmente ha poco
contribuito, da un punto di vista strettamente fisico, alla
composizione del materiale qui contenuto. Infatti le note ci
informano che “Tribryd Installation Soundtracks Deconstructed”
risulta ‘compiled by TJ Norris’. Il quale non è un
musicista ma un artista multimediale, principalmente dedito alla
fotografia e residente dalle parti di Portland. A tale città è
dedicato uno dei suoi progetti più importanti, l’installazione
in tre parti denominata Tribryd, che fondendo le tre
discipline prima menzionate, esplora la mutazione e la decadenza nel
tempo di paesaggi industriali disabitati. Dando una rapida occhiata
al sito dell’artista e scrutando nel suo portofolio, quindi immagini
di tristi strutture in cemento e metallo, graffiti, manifesti,
superfici erose e simili. Spazi ed oggetti silenziosi, abbandonati al
loro destino, che però custodiscono il ricordo di un
passato migliore, ancora “graziato” della presenza dell’uomo.
Il modus operandi di TJ Norris consiste nel commissionare a vari
musicisti, per lo più esponenti della scena elettronica, delle
tracce da comporre per fungere da colonna sonora alla sua attività.
Munito di iPod e macchina fotografica, l’orecchio dell’artista percepisce,
il cervello elabora e infine l’occhio cattura. La sostanza del CD sono
quindi i brani utilizzati durante le installazioni, realizzati da
gente tipo Illusion Of Safety, Scanner e Marc
Behrens, ma qui re-mixati da altri artisti ancora (chissà
poi perché), mentre il DVD contiene delle tracce video, a
cura di appositi videomakers, ad accompagnare parte del materiale
audio originario.
Non so a voi, ma a me tutta questa storia sembra abbastanza macchinosa.
Mentirei se dicessi di essere un fan delle compilation, ma anche se
dicessi che questa non presenta motivi d’interesse. Le musiche sono
abbastanza varie, anche se, come detto, domina l’elettronica
minimalista e di conseguenza quell’atmosfera in bilico tra
inquietudine e malessere interiore, che del resto ben si sposa, in
maniera ovvia direi, con il tema di Tribryd. Si passa
dal potente elettro-rock attraversato da scariche di malinconia di
Beequen/Ultra Milkmaids, al minimalismo
industrial-isolazionista di Illusion Of Safety/Bernhard Gal, con il
suo gioco di apparizioni-sparizioni allucinate, alla sognante
atmosfera perfettamente post-rock di Rapoon/Xela. La traccia
che a mio avviso spicca sopra tutte le altre è Asmusmenge,
realizzata dal maestro Asmus Tietchens e remixata
dall’olandese Frans De Waard : un droneggiare
tellurico che lascia il passo a sibili high-frequency e infine
dispensa atmosfere da oscura saga cosmica.
Interessanti anche i video, con le
zoomate glaciali di Ryan Jeffery per le musiche
di Scanner, la frenesia
degli spazi metropolitani di Miles Chalcraft ad
accompagnare il terrorismo da videogame di Mathew Adkins,
e gli indecifrabili morphing cromatici della coppia Gary
James Joynes/Asmus Tietchens (e
qui si capisce quanto sia stata pesante la mano di De Waard nel
rielaborare il brano, prima decisamente più sottile e
rarefatto).
Voto: 7
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