(Roadrunner 2007)
Grandi Dream Theater. Anche a distanza di diciotto anni dal loro esordio (era il 1989 e il disco aveva il titolo suggestivo di “When Dream And Day Unite”), la band di John Petrucci (chitarra), James LaBrie (voce), John Myung (basso), Mike Portnoy (batteria) e Jordan Rudess (tastiere), è ancora in grado di realizzare un album come questo “Systematic Chaos”, capitolo numero quattordici (contando anche gli svariati live del gruppo) della sua saga discografica.
La formula è da sempre la stessa: una commistione tra il prog anni ’70 (gli Yes su tutti) ed il metal. Ciò inevitabilmente ha comportato, con il passare del tempo, il venir meno dell’imprevedibilità ritmico/strutturale di un capolavoro come “Images And Words” (1992) in favore di un pizzico di manierismo. Ma quale band, al giorno d’oggi, è in grado di scrivere suite come In the Presence of Enemies – Pt. 1: Prelude/Resurrection e Pt. 2: Heretic/The Slaughter of the Damned, Repetance (la più morbida del lotto, marcatamente pinkfloydiana), Forsaken, The Ministry Of Lost Souls e The Dark Eternal Night, in cui furia metal, barocchismo prog, gusto melodico ed una vena epica si mescolano con disinvoltura, in maniera mai stucchevole? E poi, quale altro gruppo può vantare un tasso di competenza tecnica così elevato, con la chitarra ipervirtuosa e geometrica di Petrucci, le tastiere di Sherinian, e la sezione ritmica duttile e potente di Myung e Portnoy? Risposta: pochi, ben pochi.
“Systematic Chaos”, insomma, non sarà il capolavoro assoluto del “Teatro Dei Sogni”, ma è certamente un ottimo disco, che non deluderà i fan di vecchia data e potrà conquistarne di nuovi.
Voto: 8
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