(Top Music/2Roads 2008)
Artwork stupendo, disco trascurabile. Spesso capita così. Ed è proprio il caso di “Venti Occidentali”, raccolta con cui i fiorentini Luciferme hanno voluto celebrare un decennio di carriera.
Formatasi nell’aprile del 1990, la band, capitanata da Francesco Pisaneschi (voce) e composta da Emanuele Coggiola (batteria, percussioni, pianoforte e tastiere), Alessandro Cresci (basso) e Giacomo Guatteri (chitarre e programmazioni), ha al suo attivo ben quattro LP, “Luciferme” (1997), “Cosmoradio” (1998), “Di Luce E Ombra” (2001) e “Mutazioni” (2004), che si collocano nel solco di un pop-rock virato wave che ha come modelli Litfiba (non a caso i nostri esordirono incoraggiati da Gianni Maroccolo ed hanno al loro attivo collaborazioni con Antonio Aiazzi e Daniele Trambusti) e i Simple Minds di Jim Kerr.
Ad ascoltare questa antologia, però, si rimane piuttosto perplessi. I brani sono privi di mordente, caratterizzati da un melodismo facilotto, da arrangiamenti privi di sorprese e da testi scarsamente espressivi. Si salvano a malapena Una Notte Senza Odio, Mutazioni, Ad Occhi Chiusi, Soltanto Tu e Il Viaggio (Doot Doot), una cover dei misconosciuti Freur (forse non a caso il brano migliore della raccolta). A dimostrazione di come è meglio che certe ambizioni siano fuori dalla portata della band ci sono i nove minuti de La Fabbrica Del Tempo, pezzo che vorrebbe risultare suadente, ipnotico forse persino un pizzico morboso, ma alla fin fine risulta noioso pop-rock.
Se questi contenuti qui dentro sono quattordici brani “indimenticabili”, come recita il comunicato stampa, allora tanto vale andarsi a ripescare gli ultimi Litfiba. Almeno non ci si annoia.
Voto: 4
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