(Get A Life Records/5ive Roses Press 2008)
Direttamente dalla Svizzera arriva questo combo che riporta il post-rock sul piatto. Influenzati da atmosfere cupe à la Mogwai e ad un’orchestralità che ricorda a tratti le produzioni Constellation, il quartetto di Geneve presenta tre lunghe tracce nel miglior stile progressivo che ha segnato la fine degli anni 90 e che ancora oggi in qualche caso eccezionale ci colpisce. I riferimenti man mano che si ascolta il disco si allargano anche alle lunghe cavalcate che i 70 ci hanno consegnato con le esperienze dei King Crimson & Co.
La mezz’ora abbondante di Hyracoterium è un crescendo costruito dalle chitarre di Eduardo Garcia e Alex Muller Ramirez, intervallato dagli effetti stranianti dei pedali e synth di David Mamie e dall’incisiva percussività di Bernard Widmer. Il mood post-shoegazing va da tappeti di accordi ostinati a crescendi e distorsioni che ricordano certe band dark-metal nordiche come i primi Anathema o i sempreverdi Opeth. La melancolia infusa dai quattro si dilata nel tempo e nello spazio senza risultare pesante. I crescendi preparati ad hoc si fondono con le distorsioni nella visionaria Orroris Tugenensis per poi confluire nella avvincente conclusione semiacustica di Epona.
Per gli amanti del genere un disco che vale la pena divorare. Se poi i quattro si mettono a tagliare i tempi, potrebbero pure uscire dalla nicchia e fare il botto. Comunque una bella sorpresa.
Voto: 7
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Autore: taffey6977@gmail.com