Arnoux ‘Cascades’

(Knifeville 2008)

Il friuliano Fabio Arnosti è già noto ai tipi della Knifeville per essere il bassista dei Ten Thousand Bees, indie-band affiorata nel panorama alternativo nostrano grazie all’eclettismo rock di “Polar Days”, primo album sulla lunga distanza uscito giustappunto per l’etichetta di Maniago. Questa interessante parentesi coniata con il moniker di Arnoux è il primissimo ingresso di Fabio nel mondo dei side-project solisti: un lancio col paracadute nei tanti territori confinati attorno l’indie-tronica (folk-naif, post-rock, elettro-pop) attraverso l’ausilio di strumenti a corde, molto laptop e una manciata di contributi esterni.
La semplicità, il tenersi alla larga da cervellotici manierismi di certa sperimentazione ostica e un amorevole ricorso a morbidezze melodiche, chiare nei lineamenti e mai superflue nei tempi di esposizione, sono sicuramente l’arma forte di “Cascades”, il biglietto da visita per brani come Fishing Bottles In The Middle Of The Lake, Akko, Israel.: power-ballad il cui condottiero, un ‘povero’ arpeggio d’acustica, si lascia seguire a distanza da flussi liquidi d’elettronica e da gaudenti e promiscue aperture vocali. Stringete in pochi minuti “Eureka” di Jim O’Rourke, il cut and paste avant-pop di Cornelius (“Point” del 2002 fa al caso nostro), il folktronico Four Tet in pillole, il verbo della Moor music e conquisterete – almeno in parte – la formula segreta di questo e degli altri brani a venire. Certo è che l’esperienza con una band eterogenea, quali i TTB sono, capace di svolazzare tra i mille anfratti del rock, dal kraut all’english-pop, passando per l’indie a stelle e strisce, può aver contagiato positivamente la personalità di Arnoux, fomentando in essa una vivida e insistente brama di mutamento dei registri. Come dicevamo, la base indietronica c’è e si sente, ma viene ‘plagiata’ perennemente da scampoli di affinato soul (il ritmo funky-cool dettato dagli spazi canori in Today, A Rainy Day), da esclusive sovrapposizioni di materiali elettro-plastici (I’m Going Down, Down Brown), da minimalismi post-rock (A Secret Dance By Isadora Duncan suona come una sintesi dei primi Tortoise ‘infestata’ dalle debolezze esotico-ritmiche di un Adam Pierce nei panni di Mice Parade), da sottili scorie di hip-hop (lo slang di Fucked up, got ambushed, zipped in amalgamato a campioni di piano), dalle pazzie psycho-nu-folk degli Animal Collective (impossibile non pensare a ciò dopo aver sentito il villereccio giro di banjo di Mia & Me), da introspettive pratiche di crooner-aggio notturno, confusamente jazz (la cantautorale Like Yesterday, Like Tomorrow con liriche di Andrea Pilia).
Arnoux per tirare un filo conduttore fra tutte e otto le piste, e per rappresentarle sotto forma di metafora, sceglie come tema-concept dell’album quello dell’acqua. Otto diverse immagini dal sapore acquatico scorrono tra le pagine del libretto interno, lasciando da una parte pochissimo spazio alle note informative e tanto (ma proprio tanto) all’immaginazione.
Come debutto niente male: un altro colpo gobbo per casa Knifeville, faro-guida nella produzione di musiche non conformi nate nello spettro geografico di Maniago e dintorni.

Voto: 8

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