(Alpha South Records 2008)
Che signora, Lilith: da regina del rock’n’roll viscerale e cantato/vissuto “a livello del pavimento” con i Not Moving (due LP, due MPL – uno a 12 pollici – e due EP 7 pollici tra il 1982 al 1988) a cantante intensa ed anticonvenzionale grazie ad una buona carriera solista a partire dal 1990, ha attraversato oltre due decenni tra palchi ed incisioni. Questo “The Black Lady And The Sinner Saints” (ogni riferimento al “masterpiece” “The Black Saint And The Sinner Lady” di Charles Mingus è puramente voluto) è frutto di un lavoro ultra-biennale che, auspice la signora in nero, ha visto riuniti numerosi e diversi musicisti di vaglia; il progetto finale è quello di presentare una testimonianza non stereotipata o calligrafica di certe atmosfere e certi suoni della oramai tradizione, che Lilith ama.
Nell’iniziale, strumentale Black Saint si presentano i SinnerSaints – Betty Blue alle chitarre, Massimo Vercesi alle chitarre e al theremin, Tony “Face” Bacciocchi (vecchio sodale nei Not Moving) alla batteria – più il bassista Cristiano Cassì; la successiva Mambo Jumbo Talking Blues vede entrare la voce di Lilith accompagnata dai Santo Niente – Umberto Palazzo alla voce, alla chitarra, ai cori e pure al Fender Rhodes; Alessio D’Onofrio alle chitarre, al saz, ai cori e alle percussioni; Raffaello Zappalorto al basso; Gino Russo alla batteria; Andrea Di Giambattista al Fender Rhodes – in una morriconeggiante “americanata”. Con Hummer Ring si va nel tradizionale canto carcerario, tanto caro ad Alan Lomax e qui reso “rock-blues” – ma senza virtuosi scipiti: sentire la batteria greve di Tony “Face”, cui nel finale esplodono i piatti – dai Sinner Saint più Cassì e Betty Vercesi ai cori. I Need Somebody degli Stooges epoca “Raw Power” diventa una splendida “torch-song”: il piano da bettola di Paolo Apollo Negri (già nel Link Quartet), la chitarra e il “dobro” di Betty Blue sono magnifici. Come rilevante è l’apporto del tuttologo Giovanni Ferrario (Micevice e mill’altro) a Core Of The Time, notevolissimo trip (hop) psichedelico. My Cousin Martino vede presente, oltre a Bacciocchi, un altro Not Moving, Dome La Muerte alla chitarra (e pure autore del pezzo), insieme al chitarrista e banjoista Maurizio Curadi e a Lady Casanova al basso. Secret Randez Vous è stato scritto da Tav Falco in chiave tango-rock; poi arriva Pretty Face, una cover di un pezzo scritto dal bassista degli Stranglers J.J.Burnell con Cassì e Bacciocchi devastati ai cori e la chitarra di Stefano Pibio Silva dei The Temponauts.
Particolarmente felice risulta il brano scritto ed eseguito dai Julie’s Haircut – Nicola Caleffi alle chitarre elettriche; Luca Giovanardi alle chitarre elettriche, al sintetizzatore e al “light theremin”; Andrea Scarfone alle chitarre elettriche; Laura Storchi al basso; Roberto Morselli alla batteria; Fabio Vecchi al pianoforte e all’organo Farfisa; Francesco Donadello al sintetizzatore – Something Happens For The First Time; come notevole è il notturno “fake jazz” che caratterizza la cover di Autumn Leaves, realizzata assieme a François Regis Cambuzat. I Peluqueria Hernandez – Roberto Lanciai al sassofono; Mauro Marchesi alla chitarra e alle tastiere; Jimbo Moustache alla batteria; Luca Pighi alle percussioni; Thomas Simoncini al basso; Joyello Triolo alla chitarra, al theremin e al laptop – confermano quanto di buono si dice su di loro, rendendo XODOS (Struggente Dream) messicanamente desertica e italianamente popolare (il testo recitato è in dialetto) nello stesso momento.
L’ultimo pezzo è un’altra cover (di una cover: l’originale è di Violeta Parra, Gracias a la vida): Grazie alla vita di Gabriella Ferri risulta corretta, ma non trascinante.
Complessivamente, una dimostrazione di buon gusto, capacità di scelta (di brani e di collaboratori), intelligenza, personalità: una vera signora. Per contattarla: info@lilithandthesinnersaints.com
Voto: 7
Link correlati:Lilith And The SinnerSaints