(Eh? Records 2008)
Michael Kimaid, Gave Beam, Ryan Dohm sono tre multistrumentisti di Toledo. Fusi insieme nel loro power-trio compongono il KBD Sonic Cooperative: non un difficile anagramma da decifrare, ma semplicemente le tre iniziali del cognome, messe lì, una accanto all’altra per fare da sigillo ad una cervellotica cooperativa di suoni non-omologati. “Four Plus One” è il full lenght della prima ora, e come tra le righe suggerisce il titolo, trattasi di un archivio disomogeneo di incisioni al chiuso (quattro piste senza titolo) e di estratti live (pensate: solo una ‘misera’ traccia di 31 minuti?!).
Il KBD fa largo uso di materiali moderni (electronics, segnali, no-input mixer e oggetti autocostruiti) ma lascia predominare nelle improvvisazioni il caldo rumore acustico cagionato da batteria, percussioni, corde, tromba, corno e cello. Anche se scaturisce un pizzico di disorganica indecisione, il mood utopizza in un solo format l’elettro-acusmatica metalloide dei Repeat (rimembrate Jason Kahn e Toshi Nakamura preso proprio dal suo no-input mixer?) e le dissezioni estreme – in specie alla tromba – dei cari Nmperign. Lunghi soundscapes, connessioni tra forme più o meno concrete (realismo free-from) e plateali discese nell’astrazione elettro-acustica tout-cour. Da timbrare col bollino Doc la prima suite (Untitled 11) con tanto-di-tromba che si farà ricordare per le sue esplorazioni nelle bollenti viscere interne. Come se il viennese Franz Hautzinger suonasse alla cornetta il suo grigio noise circondato da un orchestra di oggetti e da screpolature elettroniche.
Improvvisata spaziale
Voto: 7
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