The Rurals ‘Farming Grooves’

(Peng Records 2008)

Nuova entry per gli anglosassoni The Rurals, il producer-dj Andy Compton e la vocalist Marie ‘Tweek’, felicemente sposati, hanno chiuso l’anno con un agile florilegio di carezzevole soulful coniato dopo “10th Chapter”, decimo must sulla lunga distanza per la coppia più pimpante del Devonshire. Infattibile sfuggire da appurate sfarzosità house, la leggerezza da dancefloor del Saturday night è lì, speziata come Mr Compton comanda: barbagli old-skool, ispirazione Motown, dub e jazz elettrico alla Harbie Hancock…
Se Better Place, dove la coppia si sfida con la voce, rischia di ammorbare, ammollata fino al collo da zuccherose persuasioni soul (sentire lui, bianco uomo d’Albione, scimmiottare Barry White è insoffribile per non dire pacchiano), i margini acid di Dreams Come True (il fascino mancuniano dei primi 808 State, che volete che dica, sarà venerato anche tra cent’anni), la deep-house sedativa di Music is my Drug (titolo invero brutto ma atmosfera albeggiante eccellente, postura della voce jazzy, sotto-bassi dub e schermate note di vibrafono come scampoli finali), un anthem pressoché (post) rock come Danger (ritmica in perfetto asincronismo con tutto l’universo circostante), e in generale l’elegante black-line vocale della Tweek, non li puoi sottovalutare: la sensazione di piacere predomina su qualsiasi impasse melodica richiamata in partenza. Muovere il corpo senza troppi cerebralismi, alle volte, è un’azione meravigliosa; siate coraggiosi, quindi, abbandonate inutili pregiudiziali e catapultatevi con l’energia di un adolescente in pista, il miglior lifting naturale contro l’invecchiamento dell’anima.

Voto: 7

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