(Officine Frog 2008)
Al giorno d’oggi è piuttosto difficile imbattersi in un disco di industrial/noise che sia interessante – e questo soprattutto nell’ambito italiano: l’impressione è che il genere in questione sia ormai ridotto ad una mera accozzaglia di stereotipi sonori, dal momento che molti musicisti si limitano a manipolare il suono delle chitarre, suonare qualche strumento inconsueto, infarcire le partiture di rumori della più disparata provenienza e mescolare il tutto più o meno a casaccio, senza alcuna progettualità di fondo.
Non è questo il caso, per fortuna, dei napoletani Nembrot. Pasquale “pAko-P” Pierno (chitarre e interpretazioni), Gregorio Cassataro (chitarre ed elementi sonori) e Carmine Morelli (batteria e percussioni “nembrotiche”), attivi sulla scena musicale sin dal 2001, hanno realizzato un album di «avant-noise sperimentale» (la definizione è loro) capace di non solo di non annoiare, ma di stupire l’ascoltatore per tutta la sua durata.
La forza dei Nembrot sta nella loro capacità di mescolare i riferimenti alla scena internazionale noise-rock, industrial e kraut in lunghe composizioni in cui improvvisazione e strutturazione sono assolutamente in equilibrio. Tracce come Insano, La Refurtiva Del Vile (un gorgo infernale di suoni stranianti ed ultradistorti arricchito da un bel testo recitato con foga sempre crescente da Pierno), 3, brano privo di titolo in cui si alternano una prima parte all’insegna di un’isteria sonora ed una seconda dominata da una martellante marcia post-industriale; e ancora: la trilogia di Claustrofobia (pt. 1, pt. 2, pt. 3), ideale ponte di congiunzione tra la ricerca industrial/rumoristica ed il minimalismo di stampo kraut versante Can e il delirante crescendo (con tanto di urla sconnesse) di Incondizionata Resa, rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno in questo genere.
Ultima notazione: il disco è scaricabile gratuitamente sul sito delle Officine Frog, www.officinefrog.it.
Voto: 8
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