(Stella*Nera 2009)
Affrontare un nuovo lavoro di Roberto Dani è
faccenda strettamente correlata con il piacere.
Dani pone da
tempo, come centro della sua ricerca sullo strumento (batteria e
percussioni), l’accento sull’aspetto acustico dell’evento suono.
Il
bagaglio espressivo sviluppato nel corso degli anni (oltre sessanta
produzioni all’attivo, fra soli, collaborazioni, ensemble, colonne
sonore teatrali, più un’intensa attività didattica sul
tema impro), si traduce in “Drama”, sotto forma di uno
dei più esaltanti soli sentiti negli ultimi tempi.
Batteria,
percussioni e zither preparato bastano e avanzano.
La tecnica
viene piegata alle necessità espressive, flirtando apertamente
con i silenzi, gli stridori ed i riverberi, del metallo
sollecitato.
“Drama” è opera evocativa, che
parla linguaggi di primitiva grazia.
Partendo dal Prologo
sino a giungere all’Epilogo, Dani incontra, assimila e plasma,
suggestioni che più di una volta paiono giungere da continenti
lontani.
Metalli, legni, cocci e dita, che si innescano ed esalano
il proprio respiro.
Armoniosamente, i suoni si palesano,
altrettanto armoniosamente decadono.
Otto composizioni che
ripetutamente urtano l’evento silenzio, ritrovando ogni volta in
esso l’essenza stessa del proprio essere.
Dove ogni minimo tocco
evoca timbriche, che il silenzio amplifica sino a renderle rituale
vero e proprio (l’aspetto visivo/esecutivo, in questo caso possiede
un forte significato…).
Manifestazioni acustiche traslucenti in
fase di respiro.
Cadenzato e consapevole.
Java,
Partch, Bertoia e la pietra che batte contro altra
pietra nel cuore dell’Africa.
Ma anche, la durezza ed il lirismo
struggente di certe inquadrature di Herzog.
Tutto questo
c’è.
Sostenere la qualità delle produzioni
Stella*Nera è qualcosa che ha a che fare con il
buonsenso.
E di questi tempi bastardi non è faccenda da
poco conto.
Bellissimo.
Voto: 8
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