Zenerswoon ‘Frames’


(Nowherez/Urtovox/Audioglobe 2009)

Secondo lavoro per i fiorentini Zenerswoon, a ormai cinque anni di distanza dal debutto discografico “There In The Sun” che li aveva svelati al mondo. Non avendo avuto la possibilità di ascoltare quel lavoro, eviterò confronti col passato e mi focalizzerò sulla carne messa al fuoco dal trio toscano: pop – rock grungettone ora riflessivo e ricercato, ora più hard, con produzione granitica cui collabora (e si sente, soprattutto nelle chitarre) il santone della musica alternativa italiana Giulio Favero.

Disco di nove tracce per tre quarti d’ora scarsi di musica aperto da Spiders, potente volata quasi hardcore che però non graffia. Tubchair vira verso territori più grunge, non lontani da certi Stone Temple Pilots. Accattivante è il folk – rock di Still Mad About Me, sghembo e dimesso con tanto di finale al ralenti a cappella. Freedom Now! rimane nei territori della precedente, tra variazioni di ritmiche inafferrabili e sperimentalismi avvicinabili ai Motorpsycho passati al vaglio del math con tanto di delirio psichedelico nel finale. Her Flattery è una lunga suite che ondeggia tra hardcore e rock sognante, perdendo, in ultima istanza, molta della sua forza lungo il tragitto. Not What It Seems è folk – rock debordante che unisce ritmiche marziali a esplosioni violente accecanti. Greta spinge al limite la voglia di sperimentalismo del terzetto, tra chitarre riverberate incise su un fondo vagamente lounge all’inizio, ma che evolve verso gracidii sibillini ed echi post – rock. Selfish Man è una ballata dal tocco sottilmente jazzy nella prima parte che esplode in un abbaglio possentemente rock nella seconda. A chiudere il disco ci pensa Then She Came, morbida cavalcata eterea con coda al fulmicotone.

Non male questo disco degli Zenerswoon, che filtrano il rock di fine secolo scorso alla luce della venuta dei rivoli post – tutto. L’avvio un po’ stentato mi aveva fatto presagire il peggio, ma la parte centrale del disco è pregevole e mostra senza dubbio un trio di ottimi strumentisti, pronti per il grande salto. C’è ancora da lavorare (le prime due e le ultime due canzoni sono un po’ anonime), ma la stoffa c’è.

Voto: 7

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