Shank ‘Create/Devour’


(Autoprodotto 2009)

Mi hanno contattato personalmente gli Shank, che avevo già ascoltato tre anni orsono con il piacevole Sounds of the Infected, per recensire il loro nuovo album uscito a dicembre 2008, e devo dire che mi hanno riservato proprio una bella sopresa! Da competente band crossover che erano, sono riusciti nel salto di qualità: se prima sguazzavano tra nu e crossover, adesso sembrano quasi dei God Forbid italiani.
Questo nuovo lavoro, pienamente hardcore/postcore, propone un’interessante dicotomia: quattro pezzi nuovi e quattro pezzi vecchi completamente rilavorati per l’occasione. E se tracce come At War With The Self sono il manifesto programmatico della nuova band, ora si spera salva dai continui cambi di formazione che hanno reso la loro produzione discografica difficoltosa, possiamo solo che gioirne.
Difatti i quattro pezzi che compongono la prima parte di ‘Create/Devour’ sono oliati e perfetti, picchiano come forsennati, danzando su linee vocali furiose e sapienti riff. La produzione non fa altro che aiutarli, un biglietto da visita che li rende uno dei gruppi più potenti del momento.
La seconda parte, invece, risulta un po’ più faticosa, le linee melodiche funzionano un po’ meno bene e sicuramente i tre pezzi finali impressioneranno di meno l’ascoltatore. L’intento della band era solo quello di recuperare pezzi che comunque non suonavano più da tempo e dargli un ultimo lustro prima di dimenticarli. Da questo punto di vista l’iniziativa è stata sicuramente lodevole, però le canzoni vecchie, nonostante siano sanguigne e dirette come le nuove, suonano più acerbe delle prime quattro, ed è sicuramente un peccato.
Fortunatamente il gruppo salentino sceglie di chiudere con Words on Sandpaper, fuor di dubbio uno dei momenti migliori della seconda parte di Devour, melodica e nevrotica.
La band ha da poco comunicato di aver venduto tutte le copie stampate di ‘Create/Devour’; quindi, in attesa della ristampa, personalmente non posso che consigliarvi l’acquisto di un gran bel disco che mostra una band in continua evoluzione e miglioramento, ormai pienamente in possesso delle capacità tecniche per suonare dello splendido post hardcore. Grandi.

Voto: 8

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