Fredy Studer ‘Voices’

(Unit Records 2009)

Tre differenti visioni/emissioni, vocali femminili, ed un
percussionista svizzero, più che esperto.
Di Fredy
Studer
, avevamo parlato, in occasione del quarto capitolo della
serie di sei cd “Duos”, condiviso con Ami Yoshida.
Il
duo, proposto nel 2005, si allarga ora, ad altre due interpreti
singolari del panorama etnico/impro/jazz, Lauren Newton, e
Saadet Türköz.
Tre differenti modalità
interpretative, accompagnate dalle pelli, legni e metalli di Studer,
che si alternano all’interno di “Voices”, assumendo
sembianze di volta in volta, etnico/circolari, ferocemente stridenti,
impro/surrealiste.
L’ego di Studer, si concede l’iniziale Sound
Intoxication
, sfarfallio libero di metalli ed aperitivo
gradito.
Ad inaugurar gli innesti vocali, ci pensa Lauren Newton,
che si pone con le sue Die Dinge, Axis, Madcap,
e Wishful Thinking, dalle parti di una ricerca
linguistica/impro, dove le sillabe e consonanti, passano dal sussurro
al grido, allungandosi e contraendosi.
Le preferenze in questo
caso, sono per l’iniziale e dolente Die Dinge (che molto deve
a fantasmi blues), ed alle frastagliate Axis e Madcap,
dove il linguaggio si sfilaccia in una sorta di scat vocale, prossimo
alle evoluzioni di Meredith Monk.
Studer controlla la
ritmica, ne alza i giri, ma sempre, e comunque, sottolineando, le
evoluzioni vocali.
Il confronto con la Saadet Türköz,
sviluppa coordinate etnico/ritmiche di notevole fascino melodico (Oy,
Bar e Can, paion quasi dei classici
tradizionali).
L’approccio ritmico, in questo caso, è teso
ad una riduzione del proprio ingombro, suggerendo stati d’animo
maggiormente contemplativi (Love Song finale a parte, dove si
ingaggia un duello fisico, fra silenzi e rilanci).
L’aspetto
maggiormente aggressivo, spetta alle emissioni/contorsioni della
Yoshida, che esplora i propri limiti, accompagnata da Studer che si
produce in un confronto, parente prossimo, a tensioni
noise/metallico/feedback.
Sumi e Nakae, sono caduta
rovinosa, Kaiten, rabbia sciamanica che schizza saliva
tutt’intorno.
“Voices”, è lavoro di muscoli, di
stomaco, e peli che si rizzano.

Voto: 8

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