(Autoprodotto 2010)
Sul fatto che Trent Reznor, chiusa lo scorso anno la ventennale carriera con i Nine Inch Nails, sarebbe tornato a deliziarci con la sua arte electro/industriale non penso ci fossero molti dubbi. La curiosità era semmai quella di capire quale sarebbe stata la forma della sua nuova creatura, chi avrebbe coinvolto e se sarebbe riuscito a mantenere gli elevati standard cui ci ha abituato, nonostante le leggere flessioni degli ultimi anni (premesso che se un album come “The Slip” lo avesse composto chiunque altro si sarebbe gridato al miracolo…).
Il mistero si è dissolto pochi giorni fa, quando dal sito della band (il link è in fondo alla recensione) Trent e la moglie Mariqueen Maanding (che presta la sua voce alle trame sonore del marito) hanno messo a disposizione dei fan questo ep di 6 tracce contenenti poco meno di mezz’ora di musica.
Sei trace in puro Nin style, almeno quello degli anni Zero. Elettronica gracidante per atmosfere apocalittiche, battiti industriali che si addolciscono in morbide ballate dark. La vera novità è proprio la signora Reznor. La sua voce morbida dà una dimensione nuova al lavoro del marito, sdoganandolo a tratti nella dance (Fur Lined sembra una remix di Only targato da qualche dj smanettone dell’ultima ondata) a tratti addirittura nel trip-hop più duro (BBB fonde la scena di Bristol con le acciaierie di Cleveland). Ma non mancano i richiami al glorioso passato reznoriano. L’apertura The Space In Between starebbe benissimo in qualcuno dei suoi dischi degli anni ’90, con la voce soave della Maanding al posto della tagliente potenza dell’ugola del consorte. E così la seguente Parasite, nella quale la coppia duetta su una ritmica solfurea e distorta. Diverso è il discorso in The Believers. Qui un sottile tribalismo si mescola alle melodie sinuose intonate da Mrs. Reznor giocando, come spesso fa il marito, tra amore spirituale ed amor carnale. L’ep è chiuso dai 7 minuti di A Drowning, distesa elegia funebre dal passo marziale.
La nuova creatura di Reznor non fa che dare continuità agli ultimi lavori griffati Nine Inch Nails, senza aggiungere niente di nuovo ma senza nemmeno scadere di qualità. Trent appare un po’ a corto di idee, ma non stupiamoci se fra qualche mese ce lo ritroviamo tra i piedi con qualcosa di incantevole. Il re della musica alternativa è ancora lui.
Voto: 7
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