(Boring Machines 2010)
L’elettronica ambient/glitch di Attila Faravelli e la rarefatta chitarra elettrica di Nicola Ratti: sono questi i due elementi su cui fanno perno le sei composizioni di “Lieu”, album che nasce dalla collaborazione dei due musicisti e che esplora la possibilità (già ampiamente sperimentata, a dire il vero) di un’integrazione tra sonorità digitali ed analogiche, tra musica creata al computer e note provenienti da uno strumento “vero”.
Ne risultano sei tracce che ruotano tutte intorno ad uno stesso canovaccio: uno sfondo elettronico sospeso, plumbeo, appena increspato sulla superfice da loop e spunti glitch, su cui si innestano le divagazioni di una chitarra elettrica, impegnata ad inanellare progressioni di accordi e/o passaggi a note singole alquanto rarefatti. Se all’inizio il giochino affascina, già al terzo brano si ha il sospetto che Faravelli e Ratti non abbiano poi moltissime frecce al loro arco: fatta eccezione per I’Ve Witnessed e Every September (il capolavoro dell’album, conteso tra una prima parte dominata dai caldi accordi della chitarra ed una seconda in cui è l’elettronica a prendere il sopravvento), “Lieu” non è nient’altro un raffinatissimo (e un po’ monotono) esercizio di stile.
Voto: 6
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