(Setola Di Maiale 2010)
C’è chi cerca santi in paradiso, chi per un minimo di
visibilità, farebbe carte false e non solo.
Poi, per
fortuna, c’è anche chi tira dritto per la propria strada,
imperturbabile.
L’irriducibilità espressiva di certi
artisti (Magliocchi e Lenoci), quasi quasi non la
meritiamo.
Rigore e passione.
In compagnia dei messicani Juan
Castanon e Bruno Angeloni (precedentemente incontrati in
“Trullo Improvisations” con Magliocchi), i due musicisti
italiani, scrivono un numero di alta scuola impro, che dovrebbe esser
messo a disposizione della Gelmini,
come materiale didattico.
Le cose andrebbero meglio
forse.
Percussioni (Marcello Magliocchi), sax soprano (Bruno
Angeloni), chitarra elettrica (Juan Castanon), piano e synth (Gianni
Lenoci).
Un quadrato ammirevole.
Improvvisazione colta e
cameristica, all’apparenza estremamente rigida, eppure, gratta
gratta, un ghigno beffardo è sempre in agguato.
Incastri
millimetrici e spazi vuoti da occupare, decollo ed osservazione del
territorio.
Nessuna intenzione di tornar a terra.
Leggerezza
elusiva e cubista, il respiro che si addensa nel freddo in candidi
sbuffi.
Synth e piano a suggerir traiettorie (allucinate e
sibilanti o intimamente classicheggianti).
Ritmi globali e
risuonante sfregar metallico.
Corde e respiri, a puntellare e
giocar di sponda.
Dialoghi appuntiti e sottolineature nette.
La
consapevolezza, non è elemento passeggero.
Voto: 8
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