(Aut Records 2011)
Il Tripterygion, è un piccolo pesce d’acqua salata, che
predilige l’oscurità e lo star appartato.
Luciano Caruso
e Luigi Vitale, son invece, sax soprano e vibrafono.
Ed
anche, immaginazione, libertà, intransigenza e sottile humor
cubista.
La coraggiosa bolognese, Aut Records, produce e
benedice (se siete curiosi, provate anche gli ottimi
Kongrosian).
Sfuggente e defilato, “Tripterygion”,
si muove singolare (e non poteva esser altrimenti con questa
formazione…).
Non in piena luce, ma perfettamente consapevole
della direzione intrapresa.
Che poi è quella, di una
visione impro, estremamente flessibile e reattiva, dall’andatura
apparentemente caracollante, ma in realtà ferma e
decisa.
Composizioni, che rifuggono l’aggressione e si muovono
circolari, fra una risonanza ed un soffio, una frase carpita alla
tradizione ed un paesaggio rigoglioso.
Musica che si nutre e
lascia compenetrare, dall’elemento silenzio.
Dal lirismo
struggente, quando sfugge una voce (la meraviglia Chromis
chromis).
Colti e cameristici, in perfetto equilibrio, fra un
saluto/miraggio captato da lunga distanza, che mescola indifferente,
blues e jazz, ed il risuonar del campanello, nella testa del pugile
suonato.
Romanticamente radicali fuor di dubbio ed in continua
sospensione nel vuoto (Parablennius gattoruggine, è
emozione silente).
Inusuale e persuasivo cammino il loro.
Compagni
di viaggio in vista, pochi.
Questo rende ancor più bella,
l’immersione nel silenzio circostante.
Un percorso da sostener con
forza.
Voto: 8
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