(Conrad Sound 2010)
Improvvisazione, disturbata e chiaroscurale, fra Norvegia e Stati
Uniti.
Tesa, fascinosa, e mai apertamente deflagrata.
In
costante bilico sul crepaccio noise, ma sottilmente giocata di
sottrazione.
Free jazz, trattenuto e modificato, da pulsioni e
nevrosi metropolitane.
Doppia batteria, doppio basso e due
chitarre, Guro Skumsnes Moe, Håvard Skaset, Kyrre
Laastad, Jacob Felix Heule, Ava Mendoza, Tony
Dryer.
Suggestioni intense, diluite in umori patologici
elettroacustici.
Fra Ballard, Mnemonists e il tonfo
di una pietra in un pozzo.
Grovigli di corde, incastri ritmici
asincroni, stridori e stasi ronzanti.
Ammirevole e torturata
dialettica, terribilmente contemporanea.
Voto: 8
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